Ora che le urne si sono chiuse molti esponenti dem sotto traccia considerano la candidatura di Micari sbagliata: nessuna rimostranza nei confronti dell’uomo, ma molte le perplessita’ sulla sua campagna elettorale. Il dato sulle liste, perlomeno dagli exit poll, e’ superiore ai consensi che sarebbero andati al rettore dell’universita’. “Micari ha avuto il coraggio di accettare la candidatura. Coraggio che non ha avuto il presidente Grasso”, dice comunque Faraone. I renziani ricordano come la candidatura sia stata designata sul ‘modello Palermo’, voluta dal sindaco Orlando e anche dalla sinistra, rimarcano come l’eredita’ lasciata da Crocetta non sia stata delle migliori, sottolineano che alle passate elezioni il dato non era certo pregevole, osservano come la sconfitta sia determinata soprattutto dalle scissioni interne e dallo svuotamento della lista di Alfano. La decisione di Mdp di convergere su Fava ha solo causato danni nel campo del centrosinistra, la riflessione che emerge. Nessuna correlazione con la politica nazionale, pero’, il voto riguarda la regione, anche se nel quartier generale del Nazareno non si sottovaluta, se gli exit poll dovessero essere confermati dai dati ufficiali, la portata della sconfitta. La preoccupazione riguarda soprattutto il dato del partito che si aggirerebbe intorno al 10%. “Una sconfitta indiscutibile” ammette Guerini. “Un disastro totale”, commenta sarcasticamente un ex dem. Renzi ha messo in conto da tempo che arriveranno polemiche per l’esito del voto ed e’ pronto ad aprire una discussione sulla necessita’ di arrivare ad una coalizione ampia.
Tuttavia il segretario dem si aspetta che si volti pagina senza strumentalizzare l’esito del voto e che si concentri la battaglia contro i Cinque stelle, non per fini interni. Del resto martedi’ Renzi sfidera’ Di Maio per rilanciare il duello con i pentastellati. La minoranza dem pero’ e’ pronta ad avanzare critiche per quella che viene considerata una linea divisiva, anche in vista delle Politiche. Per questo motivo e’ gia’ partito sotto traccia il tam tam sulla necessita’ di puntare su un candidato premier che possa aggregare una coalizione di centrosinistra. Si capira’ nei prossimi giorni quale sara’ la portata dell’affondo ma in ogni caso i fedelissimi dell’ex premier ribadiscono che c’e’ la disponibilita’ a lavorare ad un progetto largo ma senza trovare capri espiatori. Resta la disponibilita’ ad aprire alle primarie di coalizione, apertura sul confronto riguardante le liste ma si chiudera’ la porta a chi vorra’ utilizzare il voto per una contesa congressuale. “Per il centrosinistra serve un nuovo inizio – dice il vice segretario Martina -, il Pd e’ pronto a confrontarsi senza veti con tutte le forze progressiste, europeiste e moderate”. Gia’ tracciata quindi la strada sull’alleanza: si guarda ai centristi di Alfano e Casini e all’asse che si sta stringendo tra i pisapiani, i verdi, Centro democratico e i radicali di Bonino.