Sicilia, gli ultimi scampoli del settore metalmeccanico. Lo scenario della crisi

La Keller sabato licenziera’ 190 dipendenti. Saranno inoltre un migliaio i lavoratori della Fiat e dell’indotto che, se non si trovano soluzioni, si ritroveranno a fine anno senza lavoro. Sono due vertenze che danno il senso della crisi del settore metalmeccanico in Sicilia. La prima giunta al capolinea, secondo la Fiom Cgil, a meno che il ricorso del Mise e della Regione contro la sentenza di fallimento dell’azienda non riapra la partita; per la seconda vertenza, aperta da 5 anni, ancora nessuna svolta. E’ il contesto che vedra’ domani scendere in piazza a Palermo i metalmeccanici proprio della Fiom Cgil per la quarta manifestazione nazionale – dopo Milano, Napoli e Cagliari – nell’ambito dello sciopero generale del settore contro le politiche economiche e la riforma del mercato del lavoro del governo Renzi e “contro la riduzione dei diritti, dei salari e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro”. Alla manifestazione partecipera’ il leader nazionale Maurizio Landini. Ritornando al drammatico scenario della crisi del settore in Sicilia, va aggiunto lo stato di allerta sull’indotto dei petrolchimici, dove negli ultimi anni sono andati perduti migliaia di posti di lavoro, la preoccupazione per la mancanza di investimenti sulla microelettronica, le innumerevoli altre vertenze aperte.

A Palermo e provincia, ad esempio, negli ultimi anni sono andati perduti 2.500 posti di lavoro e le aziende in difficolta’ sono oggi 175. Finmeccanica sta dismettendo importanti realta’ produttive, AlsaldoBreda rischia di essere dismessa, la sede di Telespazio sta per essere smobilitata. Sono inoltre scomparse o sono state ridimensionate realta’ come l’Italtel, dove la meta’ dei 203 dipendenti e’ in cassa integrazione o con contratto di solidarieta’. Per dare ancora il senso della crisi del settore metalmeccanico in Sicilia uno sguardo all’indotto dei petrolchimici: a Siracusa fino a qualche anno fa i metalmeccanici erano quasi 7.000 ora sono 2.500 e almeno altrettanti in cassa integrazione. A Gela dei 650 metalmeccanici dell’indotto della raffineria sono oggi in attivita’ 200, 50 sono in cassa integrazione in deroga e per 90 di questi e’ iniziata da pochi giorni la procedura di mobilita’, altri 120 sono in cassa integrazione ordinaria.

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