Sicilia, la vicenda giudiziaria di Cascio che lascia il coordinamento Ap

Cascio

Francesco Cascio

Francesco Cascio si dimette da coordinatore di Alleanza popolare in Sicilia, perche’ “meravigliato” dalle nuove accuse che gli sono state mosse. La sua vita “e’ stata sconvolta”, dice l’esponente alfaniano, che annuncia anche di non ricandidarsi alle prossime regionali. Cosa in qualche modo obbligata, dato che per adesso e’ sottoposto alla sospensione disposta ai sensi della legge Severino. Ma l’ex assessore regionale siciliano al Turismo, sotto processo a Palermo, risponde con una nota in cui si dice stupito e meravigliato per le nuove accuse che gli sono state mosse dagli imprenditori Giuseppe e Gianluigi Lapis, padre e figlio, pronti a ribadire le ipotesi di corruzione a suo carico: Cascio era gia’ stato condannato a due anni e otto mesi, per avere contribuito – secondo i giudici – in cambio della realizzazione di una villetta e di altri vantaggi, a far erogare finanziamenti pubblici a una societa’ dei Lapis, impegnata nella realizzazione di un golf resort a Collesano, in provincia di Palermo. La colpevolezza del politico era stata dichiarata dal Gup anche senza le confessioni dei titolari della Ecotecna; ora i due Lapis, a loro volta indagati per bancarotta e probabilmente alla ricerca di un patteggiamento per chiudere la loro vicenda processuale, hanno aggiunto nuovi elementi al materiale gia’ in mano al procuratore generale Emanuele Ravaglioli. Stando ai verbali depositati oggi al processo di appello, in corso a Palermo, tra Cascio e gli imprenditori ci sarebbe stato uno scambio di favori che si sarebbe protratto fino alla Pasqua del 2011, quando all’ex presidente dell’Ars sarebbe stato assicurato il servizio di guardiania della sua villa. Un fatto, questo, tutt’altro che secondario, perche’ sposta all’anno prossimo la scadenza della prescrizione. Alla quale comunque l’ex assessore dice di non puntare.