I sondaggisti sono già a lavoro per tentare di tracciare lo scenario della prossime elezioni in Sicilia. Tuttavia, come ci dice Roberto Weber, “La Sicilia è sempre stato il luogo complesso di Italia”. Ma il presidente dell’Istituto Ixè, sul centrodestra, una certezza ce l’ha: “Son convinto che se loro si uniscono, come han fatto in tutta Italia, non ce n’è per nessuno”. Un’affermazione che suona come un assist a Silvio Berlusconi che mai come in queste ore lancia appelli all’unità della coalizione. Weber, invece, non è assolutamente convinto delle percentuali di consenso che ogni leader politico ritiene di avere in Sicilia, in quanto lo scenario attuale dell’Isola è decisamente diverso sia dalle Politiche del 2013, sia dalle stesse Regionali del 2012. Infatti, per il presidente dell’istituto Ixè, oggi si registra “la presenza di più avvenimenti: uno è l’avvento del partito del M5S, che sconvolge la geografia politica e il secondo elemento è il passaggio del renzismo come un evento fortemente propulsivo”. “Non è che Renzi conta ancora – aggiunge – ma la dimensione propulsiva che noi vediamo nel 2014 non c’è più. Dov’è finita quella roba? È difficile capirlo. Quindi non si possono fare determinismi tra il prima e il dopo”. Nicola Piepoli, sempre da noi interpellato, fa un ragionamento più politico. E parte dal “problema della Sicilia che è essenzialmente Crocetta”.
In altre parole, per il titolare dell’omonimo istituto di sondaggi, “se la Sicilia fosse stata governata bene e Crocetta non avesse condotto in maniera aleatoria il suo ruolo, ci sarebbe poco da discutere, vince il PD, chiuso. Ma mica i siciliani sono scemi, se uno ha un buon governo, aderiscono al buon governo. Il problema è che non è stato un buon governo, non ha giovato alla Sicilia e a questo punto tutte le carte sono in gioco, tra cui quella non improbabile di una vittoria dei 5 Stelle”. Sul fronte opposto, l’analisi di Piepoli evidenzia un “centrodestra vincente” solo se “le persone di centrodestra costituiscano un gruppo”. In estrema sintesi, per l’Istituto Piepoli la carte vincente è “il gruppo” con il quale si può “contrastare anche il M5s” e “non un individuo”. Anche Antonio Noto di Ipr Marketing ci conferma che “non possiamo valutare lo scenario di oggi coi risultati del 2012 delle Regionali ma neanche con quelle del 2013 delle politiche o del ’14 con le Europee”. Tra l’altro, Noto è anche consapevole che alle Regionali siciliane “ha un peso il candidato presidente, ma lo ha anche la coalizione che sfoggia il candidato presidente soprattutto per il sistema elettorale delle elezioni regionali dove si può vincere anche col 27% come è accaduto tutto sommato a Crocetta”. Pure la Ipr Marketing è dell’avviso che “un centrodestra non unito potrebbe voler dire una probabile vittoria del M5S”.
“È chiaro – evidenzia Noto – che solamente con un centrodestra unito si può pensare di vincere in Sicilia e poi, da un punto di vista di comunicazione, la vittoria in Sicilia vale tripla nel senso che diventa un messaggio per le elezioni politiche cosa che non fu 5 anni fa ma ricordiamo che c’era tutt’altro scenario”. Luigi Crespi, aggiunge un altro tassello a questo complicato puzzle. Ed esordisce così: “Alfano che ha governato cinque anni con Crocetta, che sta al Governo col centrosinistra si presenta nel centrodestra mi sembra una comica”. E’ schietto l’ex sondaggista di Silvio Berlusconi che è anche persuaso che “il centrosinistra in Sicilia rischia di fare la fine di Renzi”. “Nel senso – spiega – che l’attuale Governatore di centrosinistra (Crocetta, ndr) è il peggior governatore di tutti i sondaggi che misurano l’efficacia dei presidenti di Regione. È una personalità politica che ha deluso i suoli elettori e non puoi immaginare che il governo di Crocetta sia dissociato dal Partito Democratico”. L’esperto di sondaggi ritiene che qualsiasi percentuale di consensi possa essere dichiarata è solo propaganda, in quanto i tempi sono cambiati”. Per Crespi, infine, il vero problema è l’affluenza alle urne: “Voterà la metà dei siciliani? Io ho dei dubbi”.