“Questa presa di posizione – aggiunge Fabio Beatrice – è una ulteriore conferma del lavoro commissionato dal Ministero della Salute della Gran Bretagna e pubblicato nel 2015 in cui a pagina 6 è affermato che nonostante questo dato sulla sostanziale minore tossicità la percezione della gente sulla tossicità della e-cig sia sbagliata”. Quello che lo studio italiano ha rivelato è che “le sigarette elettroniche non sono state create uguali e che la tossicità delle e-cig (ancorché sempre comunque più bassa rispetto alla sigaretta) è funzione della potenza di erogazione, di come è disposto il vaporizzatore nella cartuccia, della qualità della ricarica etc. La sigaretta elettronica si è rivelato uno strumento molto efficace per somministrare nicotina al fumatore, più efficace dei cerotti e delle compresse (a pagina 74 e 75 del documento britannico)”. Ma nella valutazione va sottolineato che non tutte le elettroniche sono uguali: a potenza della batteria incide sulla temperatura del vapore e a maggiore potenza corrisponde migliore aromaticità ma anche maggiore formazione delle aldeidi, una delle 83 sostanze cancerogene certamente presenti nelle normali sigarette e reperita in alcuni modelli di e-cig. Scrivono infatti gli autori nel loro libro che “il trofeo della tossicità viene vinto dalla sigaretta tradizionale sulla e-cig con un rapporto di 83 a 1”.