Dopo una trattativa fiume questa mattina alle 4 e’ arrivata l’intesa per il nuovo contratto degli statali. L’accordo, dopo quasi dieci anni di attesa, riguarda 247.000 ministeriali, dipendenti delle Agenzie fiscali ed enti pubblici non economici. L’intesa e’ stato siglata tra Aran, Cgil, Cisl, Uil e Confsal (non hanno firmato Usb, Cgs e Cisal) e fa da apripista agli altri comparti che mancano, Conoscenza, Sanita’ ed Enti locali. Il contratto e’ valido per il triennio 2016/2018, l’aumento medio mensile e’ pari, a regime, a circa 85 euro lordi sullo stipendio base. Gli incrementi economici sono in linea con l’accordo del 30 novembre 2016 e sono fatti salvi gli 80 euro del bonus Renzi. La forbice di aumenti sullo stipendio base va dai 63 ai 117 euro mensili lordi a regime. A questo aumento tuttavia va aggiunto un assegno per dieci mensilita’ tra i 21 e i 25 euro per le retribuzioni piu’ basse, mentre alcune amministrazioni potranno erogare un bonus supplementare a tutela della perdita del bonus fiscale di 80 euro. La tranche di aumenti per il 2018 dovrebbe scattare da febbraio-marzo. Grande soddisfazione da parte del governo: “Il contratto degli statali firmato stanotte era atteso da un decennio. L’Italia merita fiducia”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Il ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia su Facebook sottolinea: “Impegno mantenuto: dopo quasi dieci anni di blocco questa notte e’ stato firmato il contratto per le donne e gli uomini della pubblica amministrazione. E’ un contratto – spiega Madia – che ristabilisce un equilibrio virtuoso tra diritti e doveri. E’ prevista l’estensione di tutele importanti come quelle per i lavoratori affetti da gravi malattie e al contempo il contrasto severo a comportamenti opportunistici come l’assenteismo. Non ci saranno piu’ premi a pioggia ma nemmeno l’assurda previsione di fasce predeterminate. Continuiamo a lavorare fino alla fine della legislatura per mantenere tutti gli impegni presi”, conclude il ministro.
Brindano anche i sindacati: “Piu’ diritti, piu’ contrattazione, piu’ salario. Ora assemblee e consultazione. Continuiamo per conquistare contratto sanita’, enti locali, istruzione, Si puo’! #CiSiamo #EffePiu’ #contrattosubito”: commenta il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso su Twitter. “La firma del nuovo contratto pubblico e’ un fatto estremamente importante che premia gli sforzi della Cisl. E’ un segnale positivo per tutto il Paese”, sottolinea la segretaria generale del sindacato di via Po, Annamaria Furlan. “Con una paziente opera negoziale ed un’attivita’ sindacale sinergica abbiamo restituito dignita’, attraverso risorse economiche importanti, ai tanti lavoratori e lavoratrici che hanno sempre e comunque garantito che la macchina pubblica andasse avanti e consentisse al Paese il funzionamento della imprescindibile struttura di servizi”, aggiunge Furlan. Antonio Foccillo, segretario confederale Uil, e di Nicola Turco, segretario generale Uilpa evidenziano che “si tratta di un atto di grande responsabilita’ nei confronti dei lavoratori, perche’ gli si riconosce finalmente un aumento del loro potere di acquisto. Di primaria importanza sono le parti che ripristinano le nuove relazioni sindacali, riconsegnando un ruolo di partecipazione ai lavoratori nei processi di riforma nelle varie amministrazioni”.
“Positiva poi – aggiungono Foccillo e Turco – la possibilita’ di inserire nella contrattazione di secondo livello il welfare aziendale anche nel pubblico impiego”. “Un risultato storico. Un contratto che da piu’ diritti e archivia la legge Brunetta”, commenta infine la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino. Nel contratto vengono introdotte tutele nuove per le malattie gravi: per le visite specialistiche, terapie ed esami diagnostici non si perdera’ piu’ l’intera giornata ma solo le ore necessarie. Per le donne vittime di violenza, dopo i tre mesi di congedo previsti dalla legge, il contratto garantisce altri tre mesi di aspettativa. Estese inoltre le norme sul diritto allo studio includendo i lavoratori a termine e riconoscendo anche il diritto a svolgere la formazione prevista da albi o ordini, si potenzia e si rende piu’ esigibile la formazione e si introduce il libretto formativo. Aggiunte poi tutele per lo stress lavoro correlato e i fenomeni di ‘burn out’ e mantenute le tutele previgenti a partire dall’articolo 18 e l’orario di lavoro a 36 ore. Infine e’ lotta al precariato e ai fannulloni. Il contratto a tempo determinato non potra’ superare i 36 mesi, prorogabili di altri 12 ma solo se in via eccezionale. Si verra’ sospesi dal servizio e senza stipendio fino a due assenze ingiustificate in continuita’ con le giornate festive. Stessa sanzione prevista per ingiustificate assenze collettive. E se la condotta si ripete si passera’ al licenziamento.