Silurato dal suo stesso partito, il Pd

Giovanni Barbagallo, Antonello Cracolici, Marco Zambuto e Tiziana Arena, saranno in lista alle Europee.

E’ stato silurato dal suo stesso partito, il Pd. Giuseppe Lumia non sarà candidato alle Europee. Per l’ex presidente Antimafia, già al suo quinto mandato al parlamento nazionale, si spengono così le speranze per una poltrona a Bruxelles. Ancora una volta, l’effetto Renzi,in Sicilia (e non solo),continua a mietere ‘vittime’. L’obiettivo del premier è quello di cancellare la nomenklatura che, proprio nell’Isola, ha radici decennali. Ma la bocciatura della candidatura di Lumia,vicinissimo al governatore Crocetta, ha sapore anche d’avvertimento che i renziani lanciano allo stesso presidente della Regione,il quale da mesi tiene sulla graticola i Democratici siciliani per un rimpasto tanto chiacchierato, ma finora mai effettuato.

Frattanto, il Pd ha deciso: Giovanni Barbagallo, Antonello Cracolici, Marco Zambuto e Tiziana Arena, saranno in lista alle Europee. Ci sarà, inoltre, una quinta candidatura, una donna, che dovrà essere individuata dal segretario regionale, Fausto Raciti, da proporre alla Direzione nazionale.

Dunque, Lumia fuori dai giochi per le Europee. La decisione è stata assunta dalla direzione regionale del partito. Tuttavia, era nell’aria. Gia’ domenica scorsa, infatti, durante l’assemblea regionale del partito il segretario Fausto Raciti, nel corso della sua relazione, aveva annunciato l’intenzione di “essere fermo sul rispetto del limite dei tre mandati previsti dal Pd”. Tuttavia, a pesare anche sull’estromissione di Lumia, il fatto che il senatore sia stato eletto al parlamento nazionale nelle liste del Megafono, il partito di Crocetta, quindi, diretta espressione dello stesso ex sindaco antimafia di Gela.In altri termini, proprio i rapporti tra il Pd siciliano e il Megafono avrebbero influito sull’esclusione di Lumia. Da tempo, infatti, diversi esponenti del partito siciliano hanno chiesto di fare chiarezza sul punto. Addirittura l’ex segretario Pier Luigi Bersani aveva dato un out out a Crocetta: o Megafono o Pd. Ma il governatore, ha fatto orecchio da mercante. Da qui, l’effetto Renzi, ben interpretato in direzione dal civatiano, ma che piace anche al premier, Raciti: “Il Megafono ha contribuito a far crescere il centrosinistra in Sicilia, ma adesso serve chiarezza sui rapporti reciproci. Da oggi si cambia film”.

E’ stata una ‘calda assise’, quella andata in scena ieri a Palermo e che ha visto anche duri confronti tra i militanti. Il più acceso, quello tra il senatore Corradino Mineo, eletto in Sicilia, e Crocetta. Ad aprire il fuoco, il giornalista, eletto come capolista dei Democratici in Sicilia alle scorse elezioni. “Crocetta e’ un personaggio sulfureo – ha tuonato Mineo – siamo alla fine della sua esperienza di governo, che e’ un fallimento. Il governatore – ha aggiunto – non ha attuato neppure la meta’ di quello che aveva detto nel suo programma”. Pochi minuti dopo, lo stesso Crocetta, presente alla direzione, ha preso la parola per rilanciare. “Sembra un discorso pronunciato da un ‘killer venuto dall’Est’ – ha sbottato il governatore, rivolgendosi a Mineo – la mia esperienza e’ alla fine? Io non ho il problema di diventare senatore con il listino bloccato”. (G. Min.)

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