In copertina la foto di una bimba: è lei quando aveva 5 anni. Il titolo piuttosto eloquente “La voce nel cassetto”. E’ il primo romanzo autobiografico di Silvia Salemi (edizione Imprimatur) dove la cantante siciliana racconta la sua intensa escalation professionale e umana: dalla partenza del suo piccolo paese, Palazzolo Acreide in provincia di Siracusa, al palco del Karaoke di Fiorello fino alle partecipazioni ai Festival di Castrocaro e Sanremo. “Già da un po’ di tempo sentivo l’esigenza di raccontare la mia vita, da zero a 19 anni, è stato terapeutico raccontare la mia vita, da un senso cronologico a questa esperienza, oltre che puramente letterario ai fatti che mi riguardano. Ho capito che era importante trovarmeli davanti come un quadro che giustificassero tutta la mia esistenza, non solo come artista ma anche come donna”. Una storia di riscatto e caparbietà, un libro per raccontare la rinascita dopo il dolore, per la scomparsa di sua sorella a 5 anni. Quando era piccolina Silvia non parlava, i suoi genitori pensavano che non avesse la voce. Poi, un giorno, ha trovato il registratore della sorella Laura e premendo qualche bottone ha sentito la sua voce e da quel momento ha iniziato a parlare. “La voce nel cassetto ha un duplice significato: intanto è un significato metaforico, ovvero di sogno nel cassetto, attraverso la mia voce. Questa voce rimane dentro perché traumatizzata da un evento luttuoso, quello della mia sorella, e poi questa voce che diventa fattore di rinascita, la voce che esce dal cassetto, per diventare voce cantante e quindi artista, e donna sul palco”.
“In seguito a questo trauma, mi sono chiusa in me stessa, in un angolo, ho tolto la voce a me stessa, restituendolo poi nel momento in cui riapro il cassetto, risento la mia voce di bambina, capisco che la voce c’è e la tiro fuori”. Silvia Salemi è tornata in hit parade con l’album “23”. “Un album di ritorno, dopo anni fuori dalle scene. Mi sono ricreata e rigenerata, ho fatto sì che la vita mi attraversasse. Ho fatto dischi fino a 25 anni, ma poi si esaurisce la vena creativa, c’è un sano bisogno di rigenerarsi. Dopo due figlie e dopo questo stacco, c’era voglia di ricrearsi”. “E’ un disco misto (suono suonato e suono sintetico) e ci sono canzoni oneste, non alla ricerca di un suono tutto uguale, ma un suono libero che non cerca per forza di strizzare l’occhio al commerciale o magari al gusto attuale”. E i progetti per il 2018? “Adesso mi voglio concentrare sulla televisione con la stagione bis il programma Piccole Luci (che ha ottenuto ascolti record su Rete4) , dove raccontiamo storie sociali e poi un progetto top secret che mi vede protagonista con la musica”.