Cgil, Cisl e Uil incassano dal Governo dei buoni risultati per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, ma sono delusi da Palazzo Chigi e dal ministro Giuliano Poletti per il mancato rispetto degli impegni relativi alla “fase due” sulla previdenza. E se Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo sospendono il giudizio sulla manovra, in attesa della ripresa del confronto, e chiedono al premier Paolo Gentiloni di essere convocati per sollecitare il blocco dell’automatismo che lega l’uscita dal lavoro all’aspettativa di vita, lo Spi, la categoria dei pensionati dalla Cgil, parla già apertamente di mobilitazione. “Serve un atto normativo che sospenda l’automatismo, ma allo stato attuale di questo non c’è traccia”, dice il segretario generale della Cgil. Il numero uno della Cisl si appella a Gentiloni affinché arrivino “risposte coerenti” sulla previdenza, la cui “fase due resta troppo al palo”. Anche per il segretario generale della Uil occorrono “risposte più significative”. Nell’incontro con i sindacati al ministero del Lavoro, che ha preceduto il consiglio dei ministri, Poletti aveva già chiarito che il tema della previdenza non era una priorità di questa legge di bilancio, anche perché il pacchetto proposto da Cgil, Cisl e Uil era incompatibile con la disponibilità di risorse. Al termine della riunione del Cdm, il premier ha poi confermato che nella manovra “ci sono diverse misure che riguardano agevolazioni e incentivazioni ad anticipi pensionistici: l’Ape social, condizioni particolari delle lavoratrici e dei contratti a termine, cose ancora più specifiche. Ma in generale c’è una legge in vigore, abbiamo accennato al problema che evoca e rispetteremo la legge in vigore”.
Insomma, per il momento i sindacati hanno registrato la chiusura dell’esecutivo su alcuni punti che avrebbero dovuto riformare in modo più profondo la tanto discussa legge Fornero. La preoccupazione delle tre confederazioni è legata al mancato rispetto dei patti sulla “fase 2”. Nei giorni scorsi sono inoltre emersi problemi interpretativi sull’applicazione dell’Ape social, con l’ennesimo braccio di ferro tra il presidente dell’Inps, Tito Boeri, e il ministro del Lavoro da una parte; tra lo stesso Boeri e i sindacati dall’altra. Per Cgil, Cisl e Uil restano in sospeso molte altre questioni legate alla previdenza: la pensione di garanzia per i giovani con una carriera professionale discontinua, quella complementare e il tema delle donne lavoratrici. Adesso, si attendono i passi di Palazzo Chigi. Nelle prossime ore si capirà se l’incontro sollecitato dai sindacati si farà. I pensionati della Cgil annunciano però battaglia: “Non ci siamo, non ci siamo proprio. Con arroganza il Governo non risponde ai problemi di milioni di persone e disattende gli impegni che si era preso per la seconda fase di confronto sulle pensioni. Arrivati a questo punto non è più rinviabile una grande mobilitazione dei lavoratori e dei pensionati per far sentire la propria voce”.