Sindacati: “Regione Siciliana non rinnova convenzione e Sviluppo Italia perde commessa Expo”

Nuova tegola per i lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia. Una delle commesse che avrebbero dovuto rilanciare l’azienda, quella relativa alle attivitá per l’Expo 2015 a Milano, non sarà più affidata alla società. “La causa è il mancato rinnovo della convenzione tra la Regione siciliana e Sviluppo Italia Sicilia, che giace da più di due mesi negli uffici dell’assessorato all’Economia e che dovrà essere esitata dalla giunta di governo regionale” spiegano il segretario della Fisac Cgil di Palermo, Gino Ridulfo, e il rappresentante Fisac di Sviluppo Italia Sicilia, Gianluca Mazzarese. I lavoratori, intanto, non percepiscono lo stipendio da 5 mesi.

LA CONVENZIONE Il Parlamento regionale ormai un mese fa aveva approvato una legge che destinava 1,2 milioni di euro alla società per consentirne il funzionamento nelle more di un suo rilancio. “Ma non un euro è arrivato nelle casse della societá a causa del mancato rinnovo della convenzione” denunciano le parti sociali. E una ulteriore conseguenza è l’impossibilità di stipulare contratti con la Regione siciliana. Dopo l’Expo appaiono appesi a un filo, dunque, altri contratti con il socio unico Regione “in un momento in cui il parlamento a maggioranza ha deciso di rilanciare una società strategica che negli anni ha finanziato migliaia di nuove imprese in Sicilia con i fondi nazionali per il lavoro autonomo, la micro impresa e il prestito d’onore” denunciano Ridulfo e Mazzarese.

L’AUDIZIONE Le parti sociali insieme ai vertici aziendali e all’assessore all’Economia sono state convocate mercoledì prossimo dalla commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana e in quella sede chiederanno lo sblocco della convenzione e l’erogazione delle somme previste dalla legge regionale per garantire l’operativitá della società in queste ore a rischio. E chiederanno di sapere attraverso quali commesse si intende garantire il rilancio della societá. Nel frattempo le organizzazioni sindacali hanno siglato con l’azienda un accordo che comporta una ulteriore riduzione del costo del lavoro, che dal 2010 a oggi ha subito una riduzione del 40 per cento, portando il valore del buono pasto, che i lavoratori non percepiscono da giugno, a euro 5,60. L’accordo contiene anche la cancellazione delle indennità di trasferta, di cassa e reperibilità, con un risparmio complessivo per le casse dell’azienda stimato in oltre 150 mila euro annui.

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