Le organizzazioni di categoria dei gestori di impianti di distribuzione carburanti Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio si dicono “costrette a prendere atto dell’incomprensibile atteggiamento di chiusura improvvisamente manifestato da Eni a pochissimi passi dalla conclusione del lungo negoziato volto al rinnovo degli accordi collettivi che i gestori di marchio attendono ormai da oltre due anni”. Di qui la decisione, si legge in una nota congiunta delle tre federazioni, di avviare una serie di iniziative sindacali di protesta tra le quali “l’immediata proclamazione di uno sciopero di ‘colore’ dei gestori Eni, i quali chiuderanno i loro impianti il 5 ed il 6 marzo prossimi, nel rispetto del codice di regolamentazione imposto dalla Commissione di garanzia”. Quella di “interrompere le trattative, ad intesa pressoche’ raggiunta”, e’ “una responsabilita’ grave che assume Eni- denunciano le sigle- perche’ avviene in contesto letteralmente drammatico per le piccole imprese di gestione chiamate a pagare scelte commerciali assunte negli ultimi anni dall’industria petrolifera nel suo complesso e da Eni, quale leader del mercato, in particolare, che si sono rivelate disastrose e fallimentari, come testimoniano anche le piu’ recenti rilevazioni sulle quote mercato”.