Siria, 100mila bambini a rischio infezione. Dal 2011 ne sono morti 50mila

Siria, 100mila bambini a rischio infezione. Dal 2011 ne sono morti 50mila
20 agosto 2016

di Enzo Marino

unicef-150312115803.jpg“Nessun bambino in Siria è al sicuro, fino a quando si trascinerà il conflitto”: lo ha dichiarato Christophe Boulierac, portavoce dell’Unicef, in un comunicato diffuso dalla stessa agenzia dell’Onu per l’infanzia. Più di 3,7 milioni di bambini siriani sotto i 5 anni non conoscono altro che fughe, violenze e insicurezza. Circa 306.000 sono nati come rifugiati nei Paesi vicini. L’Unicef stima che 8,4 milioni di bambini siriani hanno bisogno di aiuti umanitari in Siria e nei paesi vicini. Per quanto riguarda la situazione ad Aleppo, l’accesso all’acqua potabile è peggiorato nelle ultime due settimane. La situazione è particolarmente peggiorata per i civili che vivono nella parte orientale della città, dove i rubinetti sono a secco e le famiglie non hanno accesso all’acqua potabile attraverso la rete pubblica. Almeno 100.000 bambini che vivono nella parte orientale della città devono affrontare i pericoli di focolai di malattie trasmesse dall’acqua. Considerata l`intensificazione dei combattimenti, i rischi continuano a crescere ogni giorno. I pesanti scontri e l’escalation di violenze dal 4 agosto, hanno impedito ai tecnici di riparare i sistemi idrici ed elettrici gravemente danneggiati in città.

L`Unicef ha fornito 300.000 litri di carburante per il funzionamento dei generatori per le stazioni di pompaggio dell`acqua e dei pozzi a terra nelle parte occidentale della città, e fornisce acqua a 1,2 milioni di persone. L’Unicef ha anche fornito compresse per purificare l’acqua e – tramite autotrasporto- quattro milioni di litri di acqua potabile su base giornaliera per la parte occidentale della città. Ma questo non è sufficiente e non è una soluzione. E ‘ fondamentale per l’Unicef essere in grado di raggiungere tutte le parti della città dilaniata dalla guerra e garantire ancora più assistenza. L’Unicef è effettivamente in grado di fornire acqua – tramite camion – alla parte occidentale della città. L’Unicef è particolarmente preoccupato per la situazione nella parte orientale della città, dove la popolazione, compresi 100.000 bambini, utilizzano acqua dai pozzi potenzialmente contaminata da materiale fecale e pericoloso da bere. L`Unicef e i suoi partner continuano a lavorare per i bambini e le famiglie in Siria. L`Unicef rinnova l`appello a tutte le parti in conflitto di consentire immediatamente l’accesso sicuro e protetto ai tecnici per poter effettuate le riparazioni urgenti delle reti elettriche in modo che l’acqua venga ripristinata in tutta la città.

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Altri dati allarmanti arrivano dalla Croce Rossa. Dall’inizio del conflitto armato in Siria nel 2011, è stimato che 50mila bambini hanno perso la vita. Secondo l’Unhcr, poi, tra gennaio e giugno 2016, i bambini hanno rappresentato il 27% di tutti gli arrivi in Europa. “Come operatori umanitari – ha dichiarato il presidente nazionale di Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca – stiamo continuando il nostro lavoro salvando le vite in mare, ma questo non è sufficiente. Dobbiamo mettere pressione sui nostri Governi perché agiscano rapidamente. Non c’è tempo da perdere. Le persone stanno continuando a morire durante le traversate nel Mediterraneo e questo significa che le condoglianze ufficiali e le lacrime dei governi dopo ogni tragedia sono solamente ipocrite e inutili. La Comunità internazionale non ha aggredito le cause che portano ai flussi migratori, come le guerre e la fame. C’è un bisogno immediato di accesso umanitario in ogni parte del viaggio e di vie sicure e legali di arrivo per evitare altre tragedie”.

 

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