Siria, attacco turco e di milizie Els a Manbij. Erdogan, offensiva vitale come a Cipro 1974

14 ottobre 2019

L’Esercito libero siriano (Els) ha iniziato l’attacco alla citta’ di Manbij, attualmente sotto il controllo dei curdi Ypg. Sulla citta’ hanno iniziato a piovere colpi di artiglieria esplosi dall’esercito turco. In base a quanto reso noto dall’agenzia russa Sputnik, l’attacco di Els sarebbe stato sferrato anche da ovest, vale a dire dalle provincie adi Al Bab e Jarabulus sotto il controllo della Turchia. E’ di questa mattina l’annuncio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che l’offensiva turca nel nord-est della Siria comprendera’ anche la citta’ di Manbij, citta’ sotto il controllo delle milizie curde Ypg, inizialmente non ricompresa all’interno del piano di Ankara per costituire una ‘safe zone’ a est dell’Eufrate, in quanto situata sulla riva ovest del fiume. “Una volta ripulita, Manbij sara’ restituita ai legittimi proprietari. Stiamo solo dando seguito agli accordi presi un anno fa, quando gli Usa ci dissero che i terroristi avrebbero abbandonato la citta’ in 90 giorni, ed e’ passato un anno”, ha detto Erdogan. Si tratta di un’estensione della prevista ‘safe zone’, uno sviluppo importante, con le truppe di terra turche che si stanno dirigendo verso i confini della citta’ in queste ore. “Con l’operazione Fonte di pace –  ha aggiunto il presidente turco – la Turchia ha intrapreso un passo vitale quanto l’operazione a Cipro del 1974”, quando l’esercito di Ankara occupo’ la parte settentrionale dell’isola in risposta a un tentativo di golpe filo-greco.

Intanto, il presidente americano Donald Trump twitta: “Grandi sanzioni” sulla Turchia in arrivo. Il tycoon poi scrive: “Veramente c’e’ qualcuno che pensa che dovremmo andare in guerra con un membro della Nato come la Turchia? Basta alle guerre senza fine”. Ma Erdogan non molla. Il presidente turco ha affermato che l’operazione militare in Siria “andra’ avanti”, nonostante la minaccia di sanzioni. “Nessuna minaccia di sanzioni ci fermera’, purtroppo siamo vittima di un doppio standard di trattamento applicato alla Turchia nella lotta al terrorismo”, ha dichiarato Erdogan, da Baku dove si trova per una visita di Stato, per poi rivolgersi alla Lega araba, che ha criticato l’intervento. “I nostri fratelli siriani sono fuggiti dai bombardamenti in Siria e la Turchia si e’ presa cura di loro, come fossero nostri fratelli. Dalla Lega Araba non abbiamo avuto nessun sostegno, eppure si parla di 3,6 milioni di arabi. Se lo ricordano che non hanno dato un centesimo? Se lo ricordano che non ci hanno allungato neanche una mano in segno di sostegno? Ora minacciano di prendere decisioni nei nostri confronti. Sono curioso di vedere di che tipo di decisioni si tratta”, ha dichiarato Erdogan, che ha poi affermato di voler soddisfare “il desiderio di una patria” che anima i siriani.

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