Siria, irreperibili due italiane. Si teme rapimento

Le ragazze si trovavano ad Aleppo per lavorare a progetti umanitari indipendenti nel settore sanitario idrico

La Farnesina conferma la scomparsa di due cittadine italiane in Siria. Il ministero degli Esteri spiega che le cittadine si trovavano ad Aleppo per lavorare a progetti umanitari indipendenti nel settore sanitario idrico. Sulla scomparsa delle due connazionali, hanno fatto sapere dal ministero “sta lavorando l’Unità di crisi e la nostra intelligence”. La Farnesina ha anche “immediatamente attivato tutti i canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti”. Intanto l’Unità di crisi ha preso contatto con le famiglie che vengono tenute costantemente informate”. Si tratterebbe di Vanessa Marzullo di Brembate e Greta Ramelli di Besozzo. Avevano fondato il Progetto Horryaty insieme a Roberto Andervill ed erano entrate il 28 luglio scorso in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo. La missione era anche sostenuta dalla onlus la Rosa di Damasco.

“Non possiamo dare ulteriori informazioni – ha detto Andervil – la Farnesina ci ha pregato di non avere contatti con la stampa”. Non era la prima volta che Greta e Vanessa si recavano in Siria. Nel marzo 2014 il loro primo viaggio, raccontato sul profilo Facebook del progetto. Un sopralluogo svolto da assieme a Roberto Andervill, socio IPSIA di Varese. “Atterrati in Turchia – si legge -, siamo stati accompagnati da una guida siriana nella sua terra, di preciso nelle zone rurali di Idleb, a sud ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si è cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale, al fine di capire le vere necessità e visitare i luoghi coinvolti nel progetto. In particolar modo sono stati visitati i due centri di Primo Soccorso di B. e H., dove c’è stata la possibilità di rilevare le principali problematiche nell’ambito dell’assistenza medica: carenza di personale adatto e di materiale essenziale per condurre assistenza sanitaria di base e di emergenza. Durante questa missione siamo stati sempre accompagnati e scortati da personale locale, con un alto grado di sicurezza”.

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