Siria, lo stupro come arma di guerra durante tutto il conflitto

Secondo i dati raccolti dalla rete siriana sono circa 7.700 le donne che sono state vittime di violenze sessuali

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A partire dal 2011 il regime di Bashar al Assad ha fatto ricorso allo stupro come arma di guerra per terrorizzare gli oppositori e le loro famiglie, secondo un’inchiesta pubblicata oggi da Liberation, che si basa sulle testimonianze di ex funzionari di regime. “Questi stupri sono lungi dall’essere casi isolati all’interno dei centri di detenzione. Decine di testimonianze concordanti indicano che le forze filo-Assad hanno stuprato tanto le donne che gli uomini nella quasi totalità dei governatorati durante tutto il conflitto”, scrive il quotidiano francese. Secondo i dati raccolti dalla rete siriana di diritti dell’uomo sono circa 7.700 le donne che sono state vittime di violenze sessuali o di abusi da parte di uomini del regime , di cui circa 800 in carcere. Un numero sottostimato senza dubbio dalla vergogna provata dalle vittime che spesso non hanno denunciato le violenze. Un’indagine pubblicata il 15 marzo dall’Onu, basata su 454 interviste, ha anch’essa registrato stupri e violenze sessuali sistematiche contro i civili perpetrati dai soldati dell’esercito siriano e dai miliziani filoregime. “Impossibile immaginare che le autorità ignorassero queste pratiche, data la gerarchia dell’apparato siriano”, scrive Libération.