E’ aumentato ad almeno 58 morti, tra i quali undici bambini, il bilancio del raid aereo che ha sprigionato “gas tossici” contro Khan Sheikhun, città della Siria sotto il controllo dei ribelli. Lo ha indicato l’Osdh, l’Osservatorio siriano dei diritti umani, sottolineando che tantissime altre persone stanno soffrendo per gli effetti dell’attacco, con fonti mediche che segnalano problemi respiratori e sintomi come svenimento, vomito e bava alla bocca. Intanto, l’opposizione siriana ha lanciato un appello al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad aprire “un’inchiesta immediata” sull’attacco con “gas tossici” effettuato, a suo giudizio, dal regime di Bashar al Assad nel nordovest del Paese. La Coalizione nazionale, importante componente dell’opposizione siriana, ha accusato il “regime del criminale Bashar” di aver effettuato raid contro la città di Khan Sheikhun con ordigni “contenenti gas chimici”. Ad rendere più drammatica la situazione, come riferisce un corrispondente dell’Afp, un razzo schiantatosi su un ospedale nel nordovest della Siria dove i medici dottori stanno curando le vittime dell’attacco chimico.
Il razzo ha colpito l’edificio a Khan Sheikhun, facendo cadere le macerie il personale che sta tentando di curare le vittime dell’attacco con il gas. Il raid aereo porta la Francia a chiedere una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu. Attacco definito “inumano” da Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale, costituisce una minaccia per i negoziati di pace, come dice nel corso di una conversazione con Vladimir Putin, lo stesso presidente della Turchia,. La difesa russa, dal canto suo, nega di aver effettuato bombardamenti nell’area di Khan Sheikun. “Gli aerei dell’aeronautica russa non hanno effettuato alcun raid nei pressi di Khan Sheikhun nella provincia di Idlib” afferma il ministero della Difesa di Mosca. Il regime di Bashar al-Assad ha la “responsabilità principale” del sospetto attacco chimico, afferma Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza. “Oggi la notizia è tremenda”, aggiunge. In campo anche la Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, difinisce “orribili” le notizie di un “attacco chimico” in Siria, chiedendo che “i responsabili vengano portati davanti alla giustizia”. La Siria nega. Fonti governative del regime di Damasco definiscono “false” le accuse relative all’attacco chimico, accusando l’opposizione di voler “ottenere tramite i media ciò che non ha potuto ottenere sul campo”.