di Enzo Marino
La fragile tregua in Siria e’ stata piu’ volte violata, le parti si accusano reciprocamente e gli Usa hanno avvertito che la cellula di coordinamento militare concordata con la Russia sara’ costituita solo quando il regime di Bashar al-Assad consentira’ l’arrivo di aiuti umanitari nelle citta’ assediate. In un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, il segretario di Stato John Kerry ha condannato “i ritardi ripetuti e inaccettabili degli aiuti umanitari”. Il Cremlino ha sottolineato invece che il processo di attuazione del cessate il fuoco “in generale sta progredendo, anche se con alcune imperfezioni”. Mosca si e’ detta pronta a prolungare la tregua di 72 ore la tregua di una settimana concordata con Washington, a cui ha chiesto di prendere “misure decisive” affinche’ i ribelli siriani la rispettino. Solo l’esercito siriano del presidente Bashar al Assad sta rispettando la tregua promossa da un accordo tra Stati uniti e Russia, mentre i ribelli stanno approfittandone per “raggrupparsi”, fa sapere il presidente russo Vladimir Putin, alleato di Assad, dopo che nelle ore scorse è saltata la riunione d’emergenza prevista presso il Consiglio di sicurezza dell’Onu che doveva discutere l’accordo proprio per le differenze emerse tra Washington e Mosca. “Per quanto riguarda la Russia, rispetta tutti gli impegni. In più, noi abbiamo raggiunto un accordo con il presidente Assad e il governo siriano. E, per come la vediamo noi, le forze siriane stanno rispettando appieno questi accordi”, aggiunge Putin. “Noi – conclude – vediamo tentativi di raggrupparsi tra i terroristi”. Mosca considera terroristiche le forze ribelli.
Sul fronte del contrasto all’Isis, intanto, il Pentagono ha annunciato l’invio, “in risposta a una precisa richiesta della Turchia”, di decine di membri delle forze speciali nel nord, a sostegno dei militari di Ankara e dei ribelli cosiddetti moderati, “impegnati a ripulire il territorio nell’area al confine turco vicino Jarabulus e al-Rai. Gruppi armati hanno tentato di entrare a Damasco attraverso il quartiere di Jobar e sono stati respinti dalle truppe di Assad. Jobar e’ stato campo di battaglia per piu’ di due anni e la popolazione ha evacuato quasi del tutto la zona. ieri sono stati sparati missili e granate. A Jobar e’ presente il gruppo Fateh al Sham, ex Fronte Al Nusra, in passato alleato di Al Qaeda. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha denunciato la morte di sette civili: un giovane e due minorenni nel bombardamento di aerei non identificati sulla citta’ di Jan Shijun, nel sud della provincia settentrionale di Idlib; una bambina e una donna sono morte nell’esplosione di razzi nei villaggi di Jan Arnaba e Hader, zone sotto il controllo del regime nella provincia meridionale di Al Quneitra; un altro minorenne sotto il fuoco di un cecchino nel quartiere di Al Mashariqa ad Aleppo, controllato dai lealisti e un altro ucciso dai soldati di Assad nel distretto di Zabdie, sempre ad Aleppo. Raid di aerei e artiglieria governativi sono stati denunciati anche a Homs e Hama (centro). Secondo la Russia, la Turchia sta iniziando ad abbandonare la posizione “da ultimatum” sul destino del presidente Bashar al Assad. Lavrova ha assicurato che Ankara “sta iniziando a mostrare maggiore flessibilita’” e non chiede piu’ le dimissioni del leader di Damasco, come condizione a ogni negoziato. A detta di Lavrov anche i partner occidentali hanno iniziato a capire che “la questione e’ andata troppo in la’” e che la priorita’ ora e’ la “lotta al terrorismo, all’Isis e al Nusra”.