Turchia-Siria, oltre undicimila i morti. Trovata una bambina dopo 40 ore

Turchia-Siria, oltre undicimila i morti. Trovata una bambina dopo 40 ore
7 febbraio 2023

Numeri che continuano a crescere. Oltre undicimila i morti nel terremoto che ha colpito Turchia e Siria, secondo l’ultimo dato aggiornato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in visita nelle zone più colpite. Decine di migliaia i feriti. Seconda notte al gelo per i sopravvissuti, mentre le squadre di soccorso continuano a cercare i dispersi. Si sentono ancora voci sotto gli edifici crollati e ogni tanto arriva un grido di gioia; come è accaduto a Idlib, in Siria, dove una bambina è stata trovata viva dopo 40 ore o a Gaziantep, Turchia, epicentro della scossa più forte. “Sì, all’improvviso abbiamo sentito delle voci – racconta un soccorritore – l’autista dell’escavatore ha gridato e abbiamo sentito le voci di tre persone contemporaneamente… ne aspettiamo altre… le possibilità di far uscire le persone vive da qui sono molto alte. In questo edificio i piani sono molto distanti tra loro, quindi pensiamo che ci sia la possibilità che le persone siano ancora vive nei piani inferiori”.

Ancora in corso il tentativo di rintracciare l’unico italiano che manca all’appello, l’imprenditore Angelo Zen, secondo quanto confermato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Aiuti stanno arrivando da tutto il mondo. I soccorritori hanno avvertito che il bilancio delle vittime è inevitabilmente destinato a salire ancora. Alcune zone pesantemente colpite dal sisma non sono ancora state raggiunte dalle squadre di emergenza. L’Organizzazione mondiale della Sanità teme che si arrivi a ventimila morti. In diverse città turche danneggiate molti hanno espresso rabbia e disperazione per quella che hanno definito una risposta lenta e inadeguata da parte delle autorità. Particolare preoccupazione desta anche la situazione in Siria, dove i bisogni umanitari erano già enormi prima del sisma, a causa di anni di conflitto.

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Dunque, il tragico bilancio non si arresta. Ventitré milioni di persone sono “potenzialmente esposte, compresi circa cinque milioni di persone vulnerabili”, ha avvertito l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha promesso il suo sostegno. L’Oms aveva precedentemente affermato di temere “bilanci otto volte superiori ai numeri iniziali”. Migliaia di edifici sono crollati in entrambi i paesi e le agenzie umanitarie sono particolarmente preoccupate per la Siria nordoccidentale, dove più di 4 milioni di persone facevano già affidamento sull’assistenza umanitaria. Le condizioni meteorologiche gelide mettono ulteriormente in pericolo i sopravvissuti e complicano gli sforzi di salvataggio, poiché più di 100 scosse di assestamento hanno colpito la regione. Intanto gli aiuti internazionali cominciano ad arrivare in Turchia, dove è stato dichiarato lutto nazionale per sette giorni. Il bilancio delle vittime è attualmente di 3.549, secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e il numero dei feriti di almeno 20.434, secondo il vicepresidente Fuat Oktay. Il maltempo complica l’opera di soccorso e rende ancora più amara la sorte dei sopravvissuti, tremanti sotto le tende o intorno a bracieri improvvisati. Profondamente toccata, la regione turca di Kahramanmaras (sud-est) sepolta dalla neve.

In Siria, almeno 1.622 persone sono morte e 3.640 sono rimaste ferite, secondo le autorità siriane e i soccorritori nelle aree ribelli. Centinaia di siriani spaventati hanno passato la notte per le strade o nei parchi. Il bilancio dovrebbe “aumentare notevolmente poiché centinaia di persone rimangono intrappolate sotto le macerie”, secondo i Caschi Bianchi (volontari della protezione civile) nelle aree ribelli. La Siria è devastata dalla guerra civile dal 2011. Il sisma, uno dei più forti che ha colpito la zona in oltre 100 anni, ha interessato in primis la provincia turca di Gaziantep, a una profondità di 24,1 chilometri, ha detto la United States Geological Survey. 

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“Dove è la mia mamma”, urla una bambina appena tirata fuori viva dalle macerie della sua casa ad Hatay in Turchia. “È in ospedale” le risponde consolandola il suo soccorritore che con altre centinaia da ore sta scavando per salvare il numero più elevato possibile di persone dopo i devastanti terremoti che hanno colpito il confine fra Turchia e Siria. I soccorsi sono resi ancora più difficili dalle continue scosse, oltre 100 quelle di assestamento e spesso molto forti, compresa una nuova scossa di magnitudo 5.3. Riguardo agli italiani nelle zone colpite, il ministro degli Esteri Tajani ha fatto sapere che sono stati tutti contattati tranne uno, in Turchia per ragioni di lavoro e ancora irraggiungibile.

Intanto, continua l’impegno dell’Italia per aiutare Turchia e Siria colpite dal terremoto. Ad Adana, in Turchia, alle 6 ora italiana è atterrato un contingente dei vigili del fuoco, trasportato con un aereo C-130 dell’Aeronautica Militare, partito da Pisa con scalo a Pratica di Mare. A bordo 50 vigili del fuoco dei team Usar di Toscana e Lazio. Personale specializzato per la ricerca di dispersi sotto le macerie, che ha operato in analoghe situazioni in Italia e all’estero. Nel gruppo, 11 sanitari e 6 unità del Dipartimento della Protezione civile. Aiuti che stanno arrivando da tutto il mondo, fra personale e materiale.

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