Slovacchia, la svolta filorussa di Fico nel cuore di Visegrad: “Basta armi all’Ucraina”

Slovacchia, la svolta filorussa di Fico nel cuore di Visegrad: “Basta armi all’Ucraina”
Robert Fico
2 ottobre 2023

La vittoria del social-populista Robert Fico potrebbe modificare una serie di equilibri in Europa, in particolare sul sostegno all’Ucraina e sulla crisi migratoria. Infatti, l’ex premier filorusso ha vinto le elezioni legislative anticipate e si è ripresa la Slovacchia con due parole d’ordine: stop all’invio di armi all’Ucraina e stop ai migranti. Una vera svolta filorussa nel cuore di Visegrad o un pretesto da campagna elettorale che non avrà le temute conseguenze? Di certo grande è l’allarme per la svolta populista a Bratislava sulla stampa internazionale oggi che la presidente della Slovacchia (ed europeista) Zuzana Caputova ha dovuto conferire al capo del principale partito di opposizione Smer, vincitore delle elezioni parlamentari, l’incarico di formare un governo, dandogli 14 giorni di tempo. Cnn addirittura mette in un titolo la vittoria di Robert Fico sullo stesso piano del “blocco repubblicano degli aiuti all’Ucraina” dagli Usa che “fanno il gioco di Putin”. Dunque, dopo lo spoglio dei voti nella notte che ha clamorosamente smentito i primi dati degli exit poll e confermato invece le previsioni della vigilia, Bratislava si è svegliata stamattina molto più vicina all’Ungheria sovranista di Viktor Orban che a Bruxelles. 

 

Il responso delle urne

 

I risultati delle elezioni di sabato hanno attribuito a Direzione-Socialdemocrazia (Smer-Sd) di Fico il 22,9% dei consensi e quindi ben 42 dei 150 seggi del parlamento monocamerale di Bratislava. Secondo è arrivato il partito liberale filo-Ue e pro-Occidente Slovacchia progressista (Ps) di Michal Simecka (18% e 32 deputati), che però non ha perso le speranze di formare una propria maggioranza coinvolgendo anche lui due dei sette partiti entrati in parlamento. Nelle sue prime dichiarazioni dopo il voto, il post-comunista Fico ha ribadito che il suo governo sarà “pronto ad aiutare l’Ucraina a livello umanitario e con la ricostruzione, ma non con gli armamenti”, anche perché la Slovacchia “ha problemi maggiori che non l’Ucraina”. Del resto già in campagna elettorale, senza nascondere le proprie simpatie per il presidente russo Vladimir Putin, Fico aveva sostenuto apertamente l’invasione dell’Ucraina “fascista” e promesso, oltre che di fermare gli aiuti militari a Kiev, anche di impedirne l’adesione alla Nato. “Altri morti sono inutili”, ha detto oggi, aggiungendo: “Meglio 10 anni di trattative di pace che lasciare altri 10 anni la gente a uccidersi” per poi “constatare che siamo rimasti dove siamo oggi”.

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Secondo il quotidiano slovacco Dennik N, invece, che oggi pubblica un lungo commento di taglio economico sulla svolta elettorale, “non c’è da temere la promessa di Robert Fico di normalizzare a breve termine i rapporti con la Russia. Da un lato, lui stesso dice che ciò avverrà solo dopo la guerra, cosa che non sappiamo quando avverrà. Inoltre, la Russia non è più già molto importante per i nostri affari e col tempo lo diventerà ancora meno”. Lo Smer ha vinto le elezioni parlamentari con Fico che ha basato la sua campagna sulla retorica anti-americana, sulla promessa di smettere di inviare armi all’Ucraina e sull’impegno a contrastare le ambizioni della Nato. Ma prima di realizzare i suoi disegni, Fico dovrà trovare almeno due alleati che, come ha lasciato intendere, potrebbero essere soprattutto il Partito nazionale slovacco (SnS, 5,6% e 10 seggi), formazione di destra nazionalista e populista con cui ha già governato due volte; ma anche il Partito Voce-Socialdemocrazia (Hlas-Sd, 14,7% e 27 seggi) del suo arci rivale Peter Pellegrini, pacifista sull’Ucraina però filo-europeo. 

 

“In passato la Slovacchia ha già sperimentato che il vincitore delle elezioni alla fine non formava un governo. L`ultima volta che è successo è stato nel 2010 proprio a Smer” annota Pravda. Se Fico, 59 anni riuscirà a creare una coalizione, diventerà primo ministro per la quarta volta. Ma qualcuno considera che Smer ha vinto, è vero, ma non con il 30% o con il 40%, piuttosto con meno del 23% e non esclude che si può almeno considerare tecnicamente fattibile un governo “normale” senza Smer. Peraltro il partito liberale Progresivne Slovensko (Slovacchia progressista, PS), che ha ottenuto il secondo maggior numero di voti alle elezioni parlamentari slovacche, vede ancora un’opzione per formare una coalizione di governo.

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Bratislava convoca ambasciatore russo

 

Intanto oggi pomeriggio il Ministero degli Esteri a Bratislava ha convocato un rappresentante dell’ambasciata russa in Slovacchia per false dichiarazioni rilasciate dal capo dell’intelligence russa Sergei Naryshkin – durante il silenzio elettorale in Slovacchia – “che mettevano in dubbio l’integrità delle elezioni libere e democratiche” nel paese. “Riteniamo che tale disinformazione deliberatamente diffusa sia un’ingerenza inammissibile da parte della Federazione Russa nel processo elettorale nella Repubblica Slovacca, che come Stato indipendente, sovrano e democratico garantisce ai suoi cittadini un processo elettorale giusto e trasparente”, ha affermato il Ministero. “I prossimi quattro anni saranno principalmente una lotta per il controllo di queste istituzioni. Smer cercherà sicuramente di controllare i media pubblici, la polizia, la procura e la magistratura” scrive sul quotidiano slovacco Sme Ivan Miklos, ex ministro delle finanze ed economista, facendo riferimento a quanto già accaduto in altri Paesi di Visegrad: Polonia e Ungheria. Insomma niente di nuovo, salvo sorprese. Unico dato certo è che la lotta è solo cominciata.

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