Smantellati 2 clan in provincia di Caltanissetta, 22 arresti
MAFIA Le indagini sono state avviate sulla base delle dichiarazioni di alcuni imprenditori gelesi che, nel 2014, si sono determinati a collaborare con gli investigatori VIDEO
La polizia di Stato ha eseguito 22 ordinanze di custodia cautelare decapitando le cosche gelesi dei Rinzivillo e degli Emmanuello. Gli arresti sono stati eseguiti dai poliziotti della squadra mobile di Caltanissetta, in collaborazione con quelli del commissariato di Gela, della squadra mobile di Livorno e con l’ausilio di pattuglie del reparto prevenzione crimine e di Unità Cinofile. I destinatari delle misure cautelari, appartenenti a cosa nostra (gruppi Rinzivillo ed Emmanuello), sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione di tipo mafioso, aggravata dall’essere armata, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed alle estorsioni. L’operazione ha permesso di ricostruire i nuovi assetti di cosa nostra gelese e, ancora una volta, sono stati decapitati i vertici mafiosi, essendo stato individuato il “reggente” della famiglia di Gela, oggi arrestato. Le indagini sono state avviate sulla base delle dichiarazioni di alcuni imprenditori gelesi che, nel 2014, si sono determinati a collaborare con gli investigatori grazie anche al supporto dell’Associazione Antiracket di Gela. Gli imprenditori hanno segnalato le intimidazioni, da parte di alcuni membri del clan, tese ad estrometterli dal redditizio mercato del recupero di materiali plastici e ferrosi presso le serre dell’agro gelese, nelle quali la consorteria mafiosa aveva anche imposto il servizio retribuito della “guardiania”.
Secondo quanto accertato dall’inchiesta, l’attuale reggente di Cosa nostra gelese era Vincenzo Trubia, 44 anni, tra gli arrestati, il quale aveva cercato di rafforzarsi unendo gli affiliati dei gruppi Rinzivillo ed Emmanuello. L’operazione ha peraltro permesso di riscontrare le dichiarazioni degli imprenditori e di individuare il “sistema mafioso” che imponeva il proprio diktat sul territorio, minacciando pesantemente gli imprenditori del settore della raccolta della plastica. Trubia, nonostante la misura della sorveglianza speciale che gli impediva di uscire dal comune di Gela, ha creato nuove alleanze nel tessuto criminale, tentando di riorganizzare il clan e di riprendere in mano il controllo del territorio gelese, lucrando sulle estorsioni, sul traffico di stupefacenti e sul condizionamento dell’attivita’ imprenditoriale, compresa quella della raccolta di materiale plastico e ferroso da conferire in siti autorizzati. Strategia perfezionata con l’imposizione del servizio della “guardiania” presso le aziende agricole delle contrade Mignechi, Bulala ed in altre zone limitrofe caratterizzate dalle coltivazioni in serra.
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Alcuni degli arrestati, inoltre, si dedicavano al traffico di cocaina e hashish per finanziare le casse dell’organizzazione. Sotto questo profilo, e’ stato dimostrato che Cosa nostra gelese ha stretto alleanze per il traffico di droga con esponenti della cosca Dominante-Carbonaro, riconducibile alla Stidda attiva nel Ragusano. Notevole la disponibilita’ di armi, pistole e fucili utilizzati per intimidire imprenditori concorrenti. Nel corso del blitz sono stati sequestrati 15.000 euro in contanti, tre pistole e 100 cartucce, nonche’ un fucile a pompa con 25 cartucce. Questo l’elenco degli arrestati: Vincenzo Trubia, 41 anni, Nunzio Trubia, 55 anni, Davide Trubia, 33 anni, Rosario Trubia, 25 anni, Luca Trubia, 24 anni, Simone Trubia, 20 anni, Andrea Pasquale Trubia, 33 anni, Lino Pasquale Trubia, 27 anni, Luigi Rizzari, 39 anni, Rosario Caruso, 36 anni, Graziano Francesco Giovane, 32 anni, Ruggiero Biundo, 40 anni, Manuele Rulla, 30 anni, Cristofer Luca Tasca, 22 anni, Fabio Crisci, 23 anni, Baldassare Nicosia, 32 anni, Giuseppe Carnazzo, 30 anni, Rosario Trubia, 26 anni, Serafino Tuccio, 23 anni, Davide Rosario Alba, 32 anni, Rosario Maichol Trubia, 23 anni, il romeno Stelian Petrut, 20 anni, ricercato.