Alla fine è tutta colpa di Facebook. O almeno il social network avrebbe aiutato in modo essenziale Donald Trump e la sua imprevedibile ascesa alla Casa Bianca. Proprio all’indomani della vittoria del miliardario il colosso ha ammesso che qualcosa non è funzionato. Diversi analisti infatti sostengono che Facebook abbia amplificato una serie di notizie e video non verificati e quasi sempre falsi che si sono poi diffusi a macchia d’olio sul social network. Il risultato? Il rafforzamento del candidato repubblicano, delle sue uscite da megalomane che hanno fatto presa sulle persone meno informate.
Facebook da parte sua ha ammesso che le cose non hanno funzionato nel migliore dei modi. In una nota inviata ieri al sito di informazione tecnologica, TechCrunch, Adam Mosseri, vice-presidente esecutivo, ha sostenuto che il gruppo deve fare di più per affrontare questo problema, anche se non ha dato alcuna indicazione su come abbia intenzione di agire. “Trattiamo la disinformazione su Facebook in modo molto serio. Valorizziamo la comunicazione autentica e ascoltiamo in modo costante i consigli di chi usa Facebook e preferisce non essere vittima di disinformazione”, si legge nel comunicato di Mosseri, in cui si sottolinea che Facebook continua a essere impegnato su questo fronte. La settimana scorsa BuzzFeed aveva mostrato che in Macedonia un gruppo di hacker ha generato informazioni false sulle elezioni americane (sia su Hillary Clinton che su Donald Trump) con l’intento di farle diventare virali negli Stati Uniti e guadagnare denaro con la pubblicità. Il punto centrale in questo caso è l’algoritmo di Facebook che permette di gestire il flusso di notizie e mostrare le news agli utenti. Un codice che tende ad amplificare in modo esponenziale alcune storie, spesso senza avere la possibilità di verificarle. Il gruppo di Menlo Park era stato criticato in modo duro per aver deciso di licenziare gli editor che sceglievano in modo manuale le notizie. E, come scrive TechCrunch, in poco tempo diversi esperti hanno mostrato come fosse semplice riuscire a beffare l’algoritmo a proprio favore. Negli Stati Uniti oltre il 60% dei cittadini si informa soltanto attraverso Facebook.