Sabrina, non vedente che pilota gli aerei. In Italia non è consentito, e va in Francia per il brevetto

Romana di 47 anni, cieca dalla nascita per una distrofia retinica, ha sempre voluto mettersi ai comandi di un aeroplano e andare a giocare tra le nuvole

Sabrina Papa

“L’essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che con il cuore”, diceva l’amica volpe al Piccolo principe di Saint-Exupery. E l’essenziale, per Sabrina Papa, romana di 47 anni, non vedente dalla nascita per una distrofia retinica, è sempre stato mettersi ai comandi di un aeroplano e andare a giocare tra le nuvole. Ma come fare? Tecnicamente in Italia non è consentito a un non vedente sedere ai comandi di un aereo ma, grazie allo spirito d’iniziativa di un istruttore – che ha noleggiato in proprio l’aereo assumendosi la responsabilità dei primi voli di prova – alla tecnologia e, soprattutto, alla sua straordinaria forza di volontà, Sabrina è riuscita nel suo intento e ora studia, in Francia, per diventare pilota. “I miei genitori – ha spiegato – vivono in un paesino del Salento non molto lontano dall’aeroporto di Galatina e io, già da piccola, quando sentivo gli aerei, correvo in terrazza e volevo stare lassù con loro. Per fortuna, grazie ai ‘Baroni rotti’ che ho conosciuto grazie a un post su Facebook, sono andata in un aeroclub vicino Roma dove ho cominciato a fare i primi voli come passeggera”. Sabrina però non si accontenta, lei vuole pilotare. Con l’istruttore, Sergio Pizzichini, studia un metodo: lei memorizza la posizione di ogni comando e ogni pulsante, lui, dal posto posteriore di un ultraleggero Sky Arrow, toccandole le spalle e leggendole i valori degli strumenti, le dà indicazioni per portare l’aeroplano. È già un primo successo, ma ancora non basta.

“Mi sarebbe piaciuto – ha continuato Sabrina – avere qualcosa di più immediato, che in cuffia mi desse dei comandi per fare io quello che l’istruttore faceva attraverso me. Finché, sempre grazie ai ‘Baroni rotti’ sono venuta a conoscenza del fatto che in Francia c’è un’associazione di piloti non vedenti ‘Les mirauds volants’, loro volano da anni con l’istruttore che dà le informazioni vocali e un apparecchio che si chiama SoundFlyer, realizzato da un team di ingegneri di Thales Francia”. Il dado è tratto. In men che non si dica Sabrina vola a Tolosa; poche ore di simulatore e poi via nei cieli francesi. Il SoundFlyer, un giroscopio associato a un Gps, dal costo di circa 2mila euro, con impulsi sonori e indicazioni vocali richiamabili con un tastierino, fornisce al pilota tutte le indicazioni per condurre l’aeroplano in sicurezza. “La differenza tra questo metodo francese e quello che ho inventato con il mio istruttore – ha concluso la pilota – è che, nel secondo caso, è lui che pilota attraverso di me mentre, con la modalità francese, è lo strumento che ti dà tutte le informazioni ma sei tu che devi sapere cosa fare, sei tu il pilota”. Dopo la prova, Sabrina ha deciso che tornerà presto a Tolosa per completare il corso di volo e coronare il suo sogno.