Solo 1 museo statale su 10 offre visite virtuali

Digitalizzazione patrimonio culturale è traguardo ancora lontano

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Solo un museo statale su dieci offre visite virtuali. Secondo i dati Istat, nonostante una progressiva diffusione e applicazione delle tecnologie digitali nel mondo museale, nel 2018 solo il 6,1% dei musei statali che dispongono di cataloghi digitalizzati li ha potuti rendere accessibili online (la maggior parte dei quali si trova in Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Lombardia e Toscana) mentre soltanto il 9,8% ha messo a disposizione dell’utenza sui propri siti web visite virtuali dei luoghi e delle collezioni possedute (il maggior numero di questi musei si trova in Veneto, Abruzzo, Lombardia e Liguria).

I risultati sono decisamente più positivi per la comunicazione e l’informazione online: quattro musei su dieci hanno un sito web dedicato (43,7%) e quasi i due terzi (65,9%) possiedono un account sui più importanti social media (come Facebook, Twitter, Instragram, ecc.). Nell’imminente futuro “sarà necessario ripensare alcuni servizi e alcune attività solitamente offerte dalle strutture museali e cercare anche di ridurre l’eccessiva concentrazione del pubblico nelle stesse strutture, valorizzando anche le mete meno frequentate”. Per ridistribuire il pubblico e ridurre il contatto fisico, nel rispetto delle misure di “distanziamento sociale” emanate dalle autorità, potrebbe risultare utile, ad esempio, potenziare il servizio di biglietteria online, attualmente offerto da meno di quattro musei statali su dieci (23,5%), che permetterebbe ai cittadini di prenotare in remoto la visita nonché di razionalizzare e gestire in modo più efficiente i flussi.

In prospettiva, nonostante l’allentamento delle restrizioni attualmente in vigore, è presumibile che saranno penalizzate soprattutto le attività e i servizi dei musei solitamente svolti onsite e che implicano una presenza fisica collettiva del pubblico: tra questi, gli spettacoli dal vivo e le iniziative culturali, organizzati dal 70,7% dei musei statali, e i convegni e/o seminari ospitati nei propri spazi da oltre la metà (56,7%) di queste strutture. Anche le attività formative, i corsi e i progetti educativi per ragazzi e adulti svolti dal 58% dei musei statali, che nel 2018 hanno coinvolto più di un milione di utenti, potrebbero subire forti limitazioni a causa delle misure di contenimento del virus. Dai dati del 2018, inoltre, emerge che solo l’11,5% dei musei e degli istituti similari statali ha effettuato la catalogazione digitale del proprio patrimonio. Di questi, solo il 20,8% ha completato il processo di digitalizzazione, il 43,4% ha riversato in digitale circa la metà delle opere mentre il 35,8% ha digitalizzato meno della metà delle proprie collezioni.