Sommossa in carcere, 60 morti. Detenuti decapitati e guardie picchiate a sangue. E’ strage in Brasile

MASSACRO IN AMAZZONIA Per 17 ore il penitenziario di Anísio Jobim è stato teatro di una sanguinosa ribellione

Guardie legate e picchiate a sangue. Celle messe a soqquadro, prigionieri fatti fuori a colpi di spranghe, coltelli, machete e armi da fuoco. Per 17 ore il penitenziario di Anísio Jobim (Compaj) a otto chilometri dalla strada nazionale 174 che conduce a Manaus, nel cuore dell’Amazzonia, è stato teatro di una sanguinosa sommossa organizzata da un centinaio di detenuti: 60 le vittime, secondo l’ultimo bilancio della autorità locali. Una strage. Almeno sei le persone decapitate in questa prigione che si trova a 8 chilometri dalla BR 174, la strada che collega Manaus a Boa Vista. L’ammutinamento, nel corso del quale 12 guardie sono state prese in ostaggio, è iniziato ieri pomeriggio e si è concluso questa mattina. La sommossa, andata avanti per 17 ore, è stata provocata da uno scontro tra detenuti di due organizzazioni criminali, il gruppo locale Fdn (Familia do Norte) e il Pcc (Primeiro Comando da Capital), con sede a San Paolo. “Il più grande massacro compiuto in una prigione in Amazzonia”, lo ha definito il ministro per la Sicurezza pubblica dello stato dell’Amazzonia, Sergio Fontes.

Nel caos seguito alla rivolta, almeno 20 detenuti sono riusciti a fuggire e 15 sono stati catturati nei boschi circostanti a seguito di un’operazione che ha coinvolto centinaia di agenti di polizia e soldati, cani addestrati ed elicotteri. “Nel corso dei negoziati” tra i rivoltosi rimasti all’interno del penitenziario e le autorità giudiziarie e di sicurezza, “i prigionieri hanno chiesto quasi nulla, solo che non vi fossero eccessi all’arrivo della polizia”, ha dichiarato Fontes alla radio locale Tiradentes. “Pensiamo che hanno fatto quello che volevano: uccidere i membri dell’organizzazione rivale e ottenere la garanzia che non sarebbero stati attaccati dalla polizia. La Fdn ha massacrato i sospetti membri del Pcc e altri rivali”, ha aggiunto il funzionario. Gli ammutinamenti sono comuni nelle carceri sovraffollate del Brasile, che sono controllate internamente da fazioni criminali in lotta per il controllo del traffico di droga. Circa 622.000 persone sono state arrestate in Brasile dalla fine del 2014, secondo i dati forniti dal ministero della Giustizia locale. Si tratta della quarta più numerosa popolazione carceraria del pianeta dopo quelle di Stati uniti, Cina e Russia.