Sondaggi Euromedia 2024: Meloni in testa, il Pd cresce ma il centrodestra è saldo al comando
Dopo due anni di Governo e un voto europeo che ha consolidato ulteriormente il consenso, i sondaggi politici di Euromedia mettono in luce numeri incoraggianti per l’esecutivo di Giorgia Meloni. Nonostante la crescita del principale partito di opposizione, il Pd, la coalizione di centrodestra sembra ancora avere il pieno controllo della scena politica. L’anno appena iniziato, privo di grandi appuntamenti elettorali nazionali, rappresenta per il Governo una nuova sfida: confermare il proprio percorso attraverso le riforme promesse, per evitare il naturale calo di consensi che tipicamente segue i primi anni di Governo.
A fine 2024, infatti, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si conferma come primo partito del Paese, con il 30% dei consensi, distaccando nettamente il Partito Democratico, che si attesta al 24,2%. Nonostante il forte balzo in avanti del Pd sotto la guida di Elly Schlein (+5% rispetto a inizio 2024), la leadership di Meloni rimane intatta, con un ampio margine di vantaggio sulle forze di centrosinistra.
Un altro dato significativo è la crisi che sta attraversando il Movimento 5 Stelle, sceso all’11% e sempre più distante dai partner di Governo. L’area del centrosinistra, pur in crescita grazie al Pd, è ancora troppo frammentata e non sembra in grado di battere il robusto 59% di consensi che il centrodestra detiene complessivamente. Al contempo, i sondaggi Euromedia confermano che l’area progressista non ha ancora materializzato un vero “campo largo” che possa sfidare efficacemente la coalizione di Governo.
Nel dettaglio, i numeri dei partiti alleati di Meloni sono altrettanto rilevanti. La Lega di Matteo Salvini si attesta all’8,9%, mentre Forza Italia di Antonio Tajani registra un 9,2%. L’area dell’AVS, guidata da Fratoianni e Bonelli, mantiene un buon 5,5%, ma la vera sorpresa rimane la crisi dei partiti che un tempo formavano il Terzo Polo: Azione di Carlo Calenda è al 2,2%, Italia Viva di Matteo Renzi all’1,9%, e PiùEuropa di Riccardo Magi, pur mantenendo un discreto 2,2%, non riesce a decollare.
L’astensione e l’indecisione: il dato preoccupante
Un dato particolarmente significativo che emerge dai sondaggi riguarda l’alto livello di indecisione e astensione, che arriva a sfiorare il 50% (49,7%), in netto aumento rispetto all’inizio del 2024. Questo fenomeno evidenzia un disconoscimento crescente della politica da parte dei cittadini, con la metà della popolazione che si astiene dal voto o non sa quale partito sostenere. Questo scenario non può essere ignorato dalla politica, in quanto riflette una profonda delusione verso il sistema politico e la crescente distanza tra le istituzioni e la vita quotidiana dei cittadini.
Il consenso di Meloni e il quadro della leadership
Passando all’analisi dei leader politici, il dato più interessante riguarda la figura di Giorgia Meloni. Nonostante una fiducia sul Governo che si attesta al 39%, la leader di Fratelli d’Italia riesce a ottenere un’impressionante quota di consensi personali, pari al 34,7%, un risultato che la pone ben al di sopra di tutti gli altri leader. Meloni è l’unica a superare la soglia del 30%, confermandosi come il punto di riferimento centrale della politica italiana.
Al secondo posto troviamo Antonio Tajani, con il 29,3%, anche se in leggero calo rispetto ai mesi precedenti. Al terzo posto, Elly Schlein ha sorpassato Matteo Salvini, ottenendo un 23,9% di consensi personali, a fronte del 22,1% di Salvini, che continua a mantenere una posizione stabile ma in flessione rispetto all’inizio dell’anno.
A seguire, Giuseppe Conte, Presidente del M5S, si attesta al 20,5%, e, come previsto, continua a essere battuto dalla sua alleata-rivale nel “campo largo” (PD). Infine, il leader di Azione, Carlo Calenda, con il 13,4%, precede Matteo Renzi, che si ferma all’8,9%. Con il 2024 che si è chiuso con un panorama politico ancora dominato dal centrodestra, la sfida per il Governo Meloni sarà ora quella di gestire l’attuale vantaggio mantenendo alta l’attenzione sulle riforme e sulla capacità di rispondere alle aspettative degli elettori.
Tuttavia, la crescente indecisione e astensione rimangono segnali di allarme, e il Governo dovrà affrontare anche una politica che appare sempre più distante dalla quotidianità dei cittadini. Per il 2025, senza elezioni nazionali imminenti, il vero banco di prova sarà la capacità del Governo di proseguire il proprio cammino senza subire un calo di consensi che potrebbe diventare inevitabile dopo i primi anni di stabilizzazione.