Spagna e Portogallo fissano tetto prezzo gas per elettricità

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Il meccanismo era stato concordato in precedenza con la Commissione europea

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I governi spagnolo e portoghese hanno approvato in coordinamento tra loro, rispettivamente a Madrid e a Lisbona, i decreti che erano stati annunciati per limitare il prezzo all’ingrosso dell’elettricità nella Penisola iberica, attraverso un meccanismo temporaneo (della durata di 12 mesi) che impone un tetto al prezzo del gas consumato dalle centrali. Il meccanismo era stato concordato in precedenza con la Commissione europea, che ora dovrà approvare formalmente le due misure, prima che possano entrare in vigore. Le misure sono state decise nel quadro della risposta all’impennata senza precedenti dei prezzi del gas, e conseguentemente dell’elettricità, che era già in corso nel 2021 e che è stata fortemente aggravata dalla guerra russa in Ucraina.

All’ultimo Consiglio europeo, il 26 marzo scorso, dopo un lungo negoziato con Spagna e Portogallo i capi di Stato e di governo avevano riconosciuto l'”eccezione iberica”, ovvero la situazione di isolamento quasi totale del mercato elettrico dei due paesi rispetto al mercato dell’elettricità dell’Ue, a causa della mancanza di interconnessioni, per cui appena il 3% dell’energia è importato o esportato. Questo ha permesso a Spagna e Portogallo di concordare il meccanismo, ovvero il tetto imposto al prezzo, che non sarebbe possibile nel mercato Ue dell’elettricità a causa della normativa europea che lo governa. Questa normativa stabilisce, in particolare, che il prezzo di riferimento marginale per il mercato all’ingrosso dell’elettricità è basato sul prezzo del gas. In questo modo, sostanzialmente, gli utenti del mercato europeo si ritrovano a pagare al prezzo dell’elettricità generata con il gas anche l’energia elettrica proveniente da altre fonti, come le rinnovabili, che costano ormai molto meno.

Annunciando l’approvazione del decreto, la ministra spagnola per la Transizione energetica, Teresa Ribera, ha spiegato a Madrid che “in linea di massima, la misura utilizza una formula matematica per limitare il prezzo del gas consumato dalle centrali termiche che viene poi trasferito nelle offerte che stabiliscono il prezzo del mercato all’ingrosso dell’elettricità, noto anche come ‘pool'”. Il meccanismo “stabilisce un prezzo di riferimento del gas di 40 euro per MWh per sei mesi, con un aumento successivo di 5 euro per MWh al mese, fino ad arrivare a 70 euro per MWh, in modo che ci sia una convergenza verso la normalità”. “Il prezzo dell’elettricità risultante dopo l’applicazione del meccanismo – ha continuato Ribera – dipenderà principalmente dal prezzo del gas sul mercato iberico (MibGas) e dal prezzo dei permessi di emissione della CO2” nell’ambito della borsa europea delle emissioni (sistema Ets).

“Considerando 96 euro per MWh per il gas e 80 euro la tonnellata per la CO2, il meccanismo lascerà il prezzo medio del ‘pool’ al di sotto dei 130 euro per MWh nei 12 mesi”. In assenza di questo meccanismo, il prezzo aumenterebbe a più di 210 euro per MWh, come è stato in media nel primo trimestre del 2022, ma con picchi molto più alti. Il ministro dell’Ambiente e dell’Azione climatica portoghese, Duarte Cordeiro, ha spiegato da parte sua, in una conferenza stampa parallela a Lisbona, che il meccanismo determinerà “un tetto massimo, in media, di 50 euro per Mwh, per la produzione elettrica” durante i 12 mesi in cui sarà in vigore.

Duarte Cordeiro ha anche spiegato come funzionerà il meccanismo di compensazione per la differenza fra il prezzo imposto del gas ai fini della produzione di elettricità e il prezzo di mercato che le centrali dovranno comunque pagare per il gas utilizzato. Per pagare questa compensazione, in sostanza, il governo attingerà ai profitti straordinari che l’impennata dei prezzi del gas ha generato per i gestori delle fonti di energia (e in particolare le rinnovabili). Il ministro portoghese ha detto che il governo socializzerà i costi-benefici, “cercando di utilizzare i guadagni inaspettati del sistema che derivano dall’aumento speculativo dei prezzi”, per finanziare “la riduzione dei prezzi per i consumatori esposti” e “per compensare le centrali termoelettriche che produrranno a prezzi inferiori a quelli stabiliti dal prezzo di mercato del gas”.