“Io alleno la Roma, non solo Totti, il mio obiettivo primario sono i risultati e faccio le mie scelte in funzione di questo, non in funzione dalla storia di un giocatore”. A parlare, alla vigilia della gara col Real Madrid in un’intervista al quotidiano spagnolo “As”, è Luciano Spalletti, tornato sulla panchina giallorossa per risollevare le sorti di una squadra allo sbando. “La Roma stava vivendo un momento difficile e hanno deciso di cambiare. Ma per me hanno sbagliato perchè, e l’ho visto all’estero, un allenatore non si discute per qualche risultato negativo, bisogna aspettare. In Italia si cambiano troppi allenatori, che invece andrebbero sostenuti”. Detto questo, però, “essere tornato alla Roma è una sensazione meravigliosa, solo chi lo ha vissutopuò capirlo. Sono un tifoso della Roma, ti entra nel sangue”. Totti è stato il simbolo della prima era Spalletti, ma fin qui ha giocato solo in un’occasione, entrando dalla panchina nella gara col Frosinone. “Com’è il nostro rapporto? Dal mio punto di vista è perfetto – commenta il tecnico di Certaldo – Per ora dobbiamo raschiare il fondo del barile per riportare la Roma a un livello in cui possiamo cominciare a fare altri ragionamenti. Fino ad allora non c’è spazio per i sentimenti: solo lavoro, forza e corsa. Io rispetto la sua storia e la sua qualità ma ho bisogno di fare risultati. De Rossi? Può fare sia il difensore che il centrocampista, è nel pieno della sua maturità”.
Spalletti prova a spazzare vie certe voci sull’atmosfera a Trigoria (“Non accetto che si dica qui che non si lavora bene, si diceva anche quando sono stato qui la prima volta. È una bugia”) e guarda alla sfida di domani: “Possiamo battere il Real?Sicuramente non chiederemo un certificato medico per non giocare”, scherza. Alla guida delle merengues c’è ZinedineZidane, che Spalletti ha avuto modo di conoscere da giocare. “Ha dato molto al calcio, lo ricordo bene alla Juve. Un giocatore fantastico, un leader e quando sei così, con questo carattere, è più facile diventare allenatore. Ha il rispetto di tutto il mondo e questo lo aiuta nell’impatto col suo nuovo ruolo, è un grandissimo. Basta il carisma? Bastano la personalità e il mettere al posto giusto i giocatori per sfruttare al massimo la loro qualità, questo ti fa guadagnare il rispetto. L’importante è non mentire ai giocatori”. Zizou, tra l’altro, condivide con Spalletti un maestro d’eccezione: Carlo Ancelotti. “È il mio grande maestro, stava facendo al Real qualcosa di geniale, come fa sempre dovunque vada ad allenare. È il miglior tecnico che abbiamo in Italia e qui abbiamo la scuola di allenatori migliore. Da lui ho imparato tutto, ogni volta che ceno con lui cerco di carpire tutto il possibile di quello che mi dice sul calcio, è una grande persona e un grande allenatore”.