L’Isis ha rivendicato l’attentato di Las Vegas, affermando che Stephen Paddock era uno dei suoi “soldati” e che si era convertito all’Islam “mesi fa”. La rivendicazione è stata diffusa attraverso Amaq, l’agenzia di stampa degli estremisti. Intanto, si fa sempre più drammatico il bilancio: cinquanta morti e oltre 200 feriti. Questo, secondo le tv statunitensi, è il bilancio aggiornato dell’attentato compiuto da Stephen Paddock, un uomo bianco 64 anni, che ha aperto il fuoco sulla folla al Route 91 Harvest Festival, un festival di musica country, di Las Vegas, rende noto il Los Angeles Times. L’assalitore, sul quale in un primo momento si è detto di essere stato stato abbattuto dalla polizia, si sarebbe suicidato. “Crediamo che l’individuo si sia ucciso prima della nostra irruzione” ha dichiarato lo sceriffo Joe Lombardo. L’uomo era stato “neutralizzato” in uno scontro con gli agenti al 32esimo piano del Mandalay Bay hotel dove nella sua stanza la polizia ha trovato “diverse armi”. “Al momento pensiamo che sia stato un unico attentatore, un attentatore della categoria lupo solitario”, ha detto Lombardo. Stephen Paddock, che viveva in un complesso residenziale per anziani nella zona di Las Vegas, non aveva precedenti penali. La polizia americana, che in un primo momento si è detta “fiduciosa” nell’aver rintracciato la donna descritta come la compagna dell’attentatore di Las Vegas, Marilou Danley, in seguito ha precisato che la Danley non ha ricoperto alcun ruolo nella strage. A darne notizia sempre lo sceriffo Lombardo: “L’abbiamo localizzata al di fuori del Paese. Non era con lui, abbiamo scoperto. Lui ha usato un suo documento” per registrarsi. “Abbiamo parlato con lei e non crediamo che sia coinvolta”.
LE CONDOGLIANZE
“Le mie più sentite condoglianze e la mia vicinanza alle vittime ed alle loro famiglie della terribile sparatoria di Las Vegas. Dio vi benedica”. Questo il commento su Twitter di Donald Trump. Il primo, cauto, commento del presidente, è arrivato praticamente in contemporanea con una dichiarazione della sua portavoce Sarah Sanders che ha spiegato che il presidente “è tenuto costantemente informato sull’orribile tragedia”. “Noi stiamo monitorando attentamente la situazione e offriamo il pieno sostegno alle autorità statali e locali”, ha aggiunto, sottolineando che “i nostri pensieri e le nostre preghiere” sono con le vittime ed i loro famigliari. “#LasVegas Italia rivolge i propri pensieri alle vittime di questa strage orribile. Siamo vicini alle famiglie e alle autorità statunitensi”. Lo scrive su Twitter il premier Paolo Gentiloni. Intanto, l’unita di crisi della Farnesina è al lavoro per seguire i fatti di Las Vegas e verificare l’eventuale coinvolgimento di connazionali. Al momento le verifiche sono in corso in stretto raccordo con il competente Consolato Generale di Italia a Los Angeles. “Profondamente rattristato nell’apprendere della sparatoria a Las Vegas, Papa Francesco invia l’assicurazione della sua vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia senza senso”: lo si legge nel telegramma di cordoglio per le vittime della strage avvenuta nella serata di ieri a Las Vegas, (U.S.A.), durante un concerto al Route 91 Harvest Festival, inviato a nome del Papa dal Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, a Mons. Joseph Anthony Pepe, Vescovo di Las Vegas. Francesco “elogia gli sforzi della polizia e del personale dei servizi di soccorso e offre le sue preghiere per i feriti e per tutti coloro che sono morti, affidandoli all’amore misericordioso di Dio onnipotente”.
LA SPARATORIA PIU’ TRAGICA DEGLI USA
Quella della scorsa notte a Las Vegas e’ la peggiore sparatoria della storia degli Stati Uniti. Per sparatoria, si intende un incidente con arma da fuoco che registra almeno quattro vittime. – Prima di questa notte, la piu’ grave era stata quella avvenuta tra l’11 e il 12 giugno 2016 a Orlando, in Florida, quando un uomo ha ucciso 49 persone in un night club frequentato da omosessuali – Il 22 aprile dello stesso anno, nel contado di Pike nello Stato di Ohio, muoiono otto membri di una stessa famiglia – Il 20 febbraio 2016: sei persone, tra cui un bambino di otto anni, uccise a Kalamazoo, nel Michigan – 2 dicembre 2015: muoiono 14 persone durante un matrimonio a San Bernardino, in California – 16 settembre 2013: Aaron Alexis uccide 13 persone e si toglie la vita a Washington nella Navy Yard, sede del quartier generale della Marina Usa – 14 dicembre 2012: Adam Lamza uccide 26 personas, tra cui 20 bambini, in un asilo di Newton in Connecticut e si suicida. Il giorno prima aveva ammazzato sua madre in casa – 5 novembre 2009: lo psichiatra militare Nidal Hasan, spara a 13 persone nel centro di addestramento di Fort Hood, in Texas – 16 aprile 2007: Seung-Hui Cho, di 23 anni, ammazza 32 persone e si suicida nel campus universitario di Blacksburg, Virginia – 20 aprile 1999: due studenti uccidono 13 persone, e ne feriscono 23, nella scuola di Columbine, a Littleton (Colorado), e poi si suicidano – 16 ottobre 1991: il camionista, George Hennard,uccide 22 persone in un caffe’ di Killeen (Texas) e poi si suicida – 29 dicembre 1987: Gene Simmons, sergente in pensione, preoccupato per problemi economici uccide 16 persone (tra cui 5 familiari) a Russellville (Arkansas) – 20 agosto 1986: Patrick Henry Sherrill, un postino, uccide in un ufficio postale 14 persone a Edmond, in Oklahoma – 18 luglio 1984: Oliver Humberty, veterano del Vietnam, spara contro 22 persone in un ristorante in San Diego (California), e poi viene abbattuto dalla polizia.