Il lander Philae della sonda spaziale dell’Esa Rosetta che si trova sulla cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko, a circa 210 milioni di chilometri dal Sole, è completamente risorto dal suo stato di ibernazione. Jean-Yves Le Gall, presidente dell’agenzia spaziale francese Cnes, ha spiegato, inoltre, che dopo i primi dati ricevuti domenica 14 giugno, c’è già stato “un secondo contatto” con il robot dopo il suo scongelamento. Philae era atterrato sulla cometa l’11 novembre 2014 ma aveva mancato il luogo scelto finendo in una zona in ombra dove, senza un sufficiente irraggiamento solare, non ha potuto ricaricare la batterie entrando in uno stato d’ibernazione durato oltre 6 mesi senza riuscire a mandare a terra, fino ad oggi, i dati raccolti.Gran parte della tecnologia a bordo del lander è italiana; soprattutto il trapano Sd2 – realizzato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) con Selex Galileo e il Politecnico di Milano – che ha trapanato il suolo della cometa per scoprirne il contenuto. Ecco cosa aveva detto il giorno dell’accometaggio ad Askanews, Amalia Ercoli Finzi, la scienziata italiana che ha ideato l’Sd2 ed è considerata la “mamma” della missione di Rosetta. “È chiaro – ha spiegato – che è una sfida enorme perché stiamo imparando adesso com’è fatto il terreno della cometa e quindi stiamo lavorando sul campo, però questo è il nostro obiettivo: quando avremo l’informazione giusta, quando sapremo di cosa è fatto il cuore della cometa sapremo anche quello che ci è arrivato dagli altri mondi”. Tra gli obiettivi della missione c’è proprio la ricerca di eventuali tracce di molecole di carbonio, i “mattoni della vita”. La cometa 67/P al momento, avvicinandosi al Sole è in piena espansione: ci sono getti di gas, di polveri e grazie alle telecamere di Philae è possibile osservarli in diretta come mai prima d’ora.