Esopianeti: come trovarli. Una simile guida alla caccia extrasolare avrebbe tra le voci principali il termine ‘transito’. Si tratta di una tecnica che sfrutta la diminuzione di luminosità della curva di luce di una stella a seguito del passaggio di un pianeta, come un’ombra. Il fenomeno è correlato alla dimensione relativa della stella madre, del pianeta e della sua orbita. Questo metodo, sottolinea l’Agenzia spaziale italiana, ha permesso l’individuazione indiretta di molti esopianeti, fornendo al tempo stesso indizi preziosi sulle caratteristiche dei misteriosi mondi oltre il Sistema Solare. È il caso di K2-3d, un esopianeta scoperto da Kepler nel corso della missione NASA K2 proprio grazie all’osservazione in transito.
Ora un team di ricerca coordinato dal National Astronomical Observatory of Japan (NAOJ), ha registrato nuovamente il fenomeno, utilizzando lo strumento MuSCAT installato sul telescopio di 188 centimetri Okayama Astrophysical Observatory. I risultati sono stati pubblicati su Astronomical Journal. Le nuove osservazioni del transito di K2-3d davanti alla sua stella hanno mostrato che l’esopianeta si trova in una fascia potenzialmente abitabile: il fatto di orbitare attorno a una stella molto più fredda del Sole, ad esempio, è tra gli indizi che potrebbero rendere questo mondo favorevole alla vita. Situato a circa 150 anni luce da noi, K2-3d misura 1,5 volte il raggio terrestre e compie un’orbita completa attorno alla sua stella madre in circa 45 giorni. Quest’ultima è in realtà la misura più incerta: gli scienziati non sono riusciti a calcolare con precisione il periodo orbitale del pianeta, il che rende difficile prevedere il momento esatto in cui si verificheranno altri transiti. Ma per ora i dati raccolti da MuSCAT fanno ben sperare: il telescopio giapponese ha raffinato i calcoli di Kepler, riducendo l’incertezza del periodo orbitale di K2-3d a soli 18 secondi. Serviranno però le prossime generazioni di telescopi per individuare con sicurezza il nuovo transito dell’esopianeta: compito che sarà affidato al Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS), successore di Kepler, il cui lancio è previsto nel dicembre 2017. Solo allora sarà possibile determinare le caratteristiche dell’atmosfera di K2-3d, per capire se l’esopianeta può essere davvero un buon candidato alla vita extraterrestre.