‘Spese pazze’ al parlamento siciliano, interrogati i deputati D’Agostino e Fiorenza
L’INCHIESTA Secondo l’accusa, con i fondi destinati al funzionamento dei gruppi parlamentari sarebbero stati fatti acquisti di varia natura, persino una borsa Louis Vuitton, ma anche cravatte, profumi e soggiorni in alberghi di lusso
Entra nel vivo l’udienza preliminare per l’indagine sulle cosiddette ‘spese pazze’ all’Assemblea regionale siciliana, che vede imputati tredici tra deputati ed ex parlamentari regionali. Oggi il gup Luigi Ricciardi ha interrogato, nel nuovo Palazzo di giustizia di Palermo, i deputati Nicola D’Agostino (foto) e Cataldo Fiorenza, oltre all’ex deputato Giovambattista Bufardeci. Altri due imputati, Salvatore Lentini e Cateno De Luca, sempre oggi, hanno chiesto il rito abbreviato. La Procura di Palermo, lo scorso 15 luglio, aveva chiuso l’inchiesta sulle ‘spese pazze’ dell’Ars che ha coinvolto un anno fa oltre novanta tra deputati ed ex deputati. I pm che coordinano l’inchiesta hanno chiesto il rinvio a giudizio per tredici tra ex capigruppo dell’Assemblea regionale siciliana. Sono tutti accusati di peculato. E’ uscito nel frattempo dall’inchiesta
l’assessore all’Agricoltura della Sicilia, Antonello Cracolici (Pd), per il quale i pm hanno chiesto l’archiviazione. La richiesta di rinvio a giudizio è stata chiesta al gip per: gli ex capigruppo Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini, Cateno De Luca e Cataldo Fiorenza. Ma anche per Salvo Pogliese, ora europdeutato Ppe.
L’inchiesta è coordinata dal Procuratore aggiunto Leonardo Agueci, e dai pm Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Luca Battinieri. Per altri 45 tra ex deputati e attuali parlamentari è stata chiesta l’archiviazione, tra cui spiccano i nomi del
sottosegretario Davide Faraone, del Presidente Ars Giovanni Ardizzone, dell’ex deputato Bernardo Mattarella. Per altri 40 politici circa l’inchiesta continua perché la Procura ha ritenuto che le spese dei partiti fossero finalizzate a spese personali. La Procura di Palermo, lo scorso 24 aprile, aveva chiuso le indagini sugli ex capogruppo dell’Assemblea regionale siciliana indagati per peculato nell’ambito dell’inchiesta sulle ‘spese pazze’ dell’Ars, che l’anno scorso creò scalpore in tutta Italia. Sono complessivamente 97 gli esponenti di Sala d’Ercole coinvolti. La Procura aveva notificato ad aprile di un anno fa l’avviso di conclusione indagini solo agli ex capigruppo.
Secondo l’accusa, con i fondi destinati al funzionamento dei gruppi parlamentari sarebbero stati fatti acquisti di varia natura, persino una borsa Louis Vuitton, ma anche cravatte, profumi e soggiorni in alberghi di lusso. Di recente è arrivata anche la prima sentenza della Corte dei conti per le ‘spese pazze’ dell’Ars. E il primo a pagare è l’ex capogruppo dell’Mpa Francesco Musotto: per lui la condanna a un maxi-risarcimento da circa 600 mila euro. Su Musotto, che è stato anche presidente della Provincia di Palermo ed eurodeputato per Forza Italia, gravava la richiesta più pesante da parte della magistratura contabile: circa 750 mila euro. La sezione giurisdizionale della Corte ha condannato anche l’ex capogruppo del Pid, Rusy Maira, a risarcire 407 mila euro, accogliendo per intero la richiesta del consigliere che aveva istruito la pratica, Adriana La Porta. A Maira vengono contestate le spese di acquisto in leasing e gestione di tre Audi A6 utilizzate da lui e dall’ex deputato Fausto Fagone. Danno stimato per le casse dell’Ars:118 mila euro.