Kevin Costner diventa per la prima volta cattivo sullo schermo in “Criminal”, il film di Ariel Vromen nelle sale dal 13 aprile. L’attore e regista premio Oscar questa volta è un pericolosissimo criminale detenuto nel braccio della morte a cui viene impiantata la memoria di un agente della Cia ucciso. Attraverso di lui si cercherà di recuperare le informazioni necessarie per evitare un attacco terroristico globale. Costner, da sempre eroe americano al cinema, vincitore di due Oscar per “Balla coi lupi”, ha spiegato così questo cambio di rotta: “La ragione per cui si fanno film è che si cerca di lasciare traccia nella memoria delle persone. Tutti abbiamo film che ci hanno particolarmente toccato. Quello che ho tentato di fare nella mia carriera è creare personaggi che non si dimenticano, e il personaggio di questo film secondo me non verrà dimenticato facilmente”. L’attore americano, rilassato e sorridente, ha risposto con una battuta alla domanda se vorrebbe entrare nei ricordi o nella mente di qualcun’altro. “Qualche volta vorrei sapere cosa pensa mia moglie… Perché a volte non riesco a capacitarmi di quello che ha appena fatto, ha appena detto, o che pensa che io abbia detto… Forse la vostra vita è perfetta: la mia no”, ha aggiunto. In “Criminal” si parla di spionaggio informatico e terrorismo internazionale. Argomenti di grandi attualità che Costner ha commentato così: “Io sono molto arrabbiato per quello che sta succedendo nel mondo, per il fatto che uno si può arrogare il diritto di minacciare qualcun’altro. Siamo tutti confusi, io non ho la saggezza necessaria per sapere cosa bisogna fare, ma mi chiedo: ma progressi non ne abbiamo fatti? Come faceva Marvin Gaye mi chiedo: Cosa sta succedendo?”.