Lega, M5s, possono intercettare parte del malcontento e Renzi, non a caso, aggiunge: “Date una mano al Pd perché fuori dal partito democratico, cosa c’è?”. L’altro fronte, per il premier, è quello interno, ovvero la ribellione di parte della sinistra Pd, che in Liguria ha prodotto addirittura una lista concorrente: “Le elezioni servono per decidere chi governa e per risolvere i problemi della gente, non per occuparsi di giochi politici romani. Noi non siamo uomini e donne costruiti in laboratorio, ma siamo persone che cercano di dare un futuro fatto di speranza”. Renzi risponde a Nichi Vendola, che qualche giorno fa aveva proporio definito la Liguria un “laboratorio”, ma parla anche al suo partito, che in quella regione è più diviso che mai. Su questo punto il premier tocca un nervo scoperto, per la sinistra, attaccando il “bertinottismo 2.0 che manda a casa la sinistra e spalanca le porte alla destra”. Votare Pastorino anziché Paita, per il leader Pd, significa fare come fece Bertinotti con Prodi nel 1998. Il non-voto, però, è un rischio anche per le opposizioni e non è un caso che Matteo Salvini oggi arrivi a elogiare il successo di Podemos, formazione di sinistra, in Spagna: “E’ una boccata d’ossigeno per l’Europa dei popoli. La gente sta rialzando la testa vuol tornare a controllare i confini, le fabbriche, il lavoro. E’ una sconfitta per Renzi, Monti, i vari burocrati di Bruxelles”.
Il leader leghista si rivolge a tutti quelli che ce l’hanno con l’Ue e descrive tutti gli ultimi governi italiani come le diverse versioni di uno stesso prodotto, appunto la politica “dei burocrati di Bruxelles”. Lo stesso fa Silvio Berlusconi, che addirittura rievoca la lira: “Se l’Europa continuerà ad agire come ha fatto in questi anni di crisi, ponendo comportamenti e regole che hanno aggravato la situazione di paesi come l’Italia, il ritorno alla lira sarà inevitabile”. Ma anche Nichi Vendola usa il voto spagnolo e l’Ue in chiave italiana: “Con la vittoria di Podemos viene sconfitta sia l’Europa liberista di Renzi sia l’Europa fascista di Salvini. Patetici i due Mattei che si intestano una vittoria, che è contro le loro politiche”. L’altro Matteo di cui parla Vendola è Renzi, perché anche il premier usa il voto spagnolo per criticare la linea dell’Ue: “Il vento della Grecia, il vento della Spagna, il vento della Polonia – dice Renzi – non soffiano nella stessa direzione, soffiano in direzione opposta, ma tutti questi venti dicono che l’Europa deve cambiare”.