Economia

Stangata a Facebook su privacy, maxi-multa da 5 miliardi

Maxi-stangata su Facebook. Il social network patteggia con le autorita’ americane e paga 5 miliardi di dollari per chiudere le indagini sulle sue violazioni alla privacy, e cercare di lasciarsi alle spalle mesi di critiche e di ostilita’ politica. Oltre alla sanzione record, la piu’ alta mai comminata dalla Federal Trade Commission, Facebook dovra’ migliorare le sue pratiche interne sulla tutela dei dati personali dei suoi ‘amici’ con una serie di iniziative. Non potra’, ad esempio, usare per scopi pubblicitari i numero di telefono ottenuti dagli utenti per motivi di sicurezza. Dovra’ poi denunciare alle autorita’ eventuali incidenti o violazioni entro 30 giorni nel caso in cui gli utenti interessati dalle infrazioni siano piu’ di 500. Al social network viene anche imposta la creazione di un comitato indipendente all’interno del consiglio di amministrazione: il suo compito sara’ quello di sorvegliare la privacy e imprimere, se necessario, modifiche.

Un obbligo che strappa a Mark Zuckerberg l’ultima parola in tema di privacy, ma soprattutto che gli vieta di rimuovere i membri del comitato senza avere l’appoggio degli investitori che hanno i due terzi di voto. Zuckerberg, che ha il 60% dei diritti di voto e che dovra’ certificare personalmente con le autorita’ i piani sulla privacy, dovra’ quindi cercare l’appoggio di altri nel caso in cui volesse rimuovere un componente del comitato per la privacy. Per Zuckerberg personalmente si tratta di un buon risultato: il patteggiamento lascia infatti sostanzialmente i suoi poteri all’interno della societa’. Ed e’ su questo proprio su questo punto che il patteggiamento anche se miliardario non soddisfa molti. La Ftc e’ emersa dalle trattative spaccata: l’accordo e’ stato approvato con tre voti a favore e due contrari. A dire sono sono stati i due membri democratici dell’agenzia, secondo i quali l’intesa non fa nulla per cambiare la struttura di potere o il modello di business della societa’, lasciando a Zuckerberg il doppio ruolo di presidente e amministratore delegato.

“Invece che accettare questo accordo avremmo dovuto procedere con un’azione legale contro Facebook e Zuckerberg” afferma la commissaria democratica della Ftc Rebecca Kelly Slaughter. E neanche la politica a Washington sembra soddisfatta dall’intesa, con critiche bipartisan che piovono contro la Ftc e Facebook, nel mirino di deputati e senatori anche per Libra, la sua criptovaluta. Facebook si dice comunque soddisfatta del patteggiamento che imprime una svolta sulla privacy: “fisseremo nuovi standard per l’industria” dice Zuckerberg. Soddisfatta anche Wall Street, dove i titoli Facebook registrano perdite contenute. Nonostante l’accordo i guai per Facebook potrebbero non essere finiti. Il Dipartimento di Giustizia americano ha avviato un’ampia indagine antitrust sui big dell’hi-tech della Silicon Valley. E le ripercussioni potrebbero essere pesanti per Facebook, ma anche per Amazon, Apple e Google. Insomma una grana non indifferente per il social di Zuckerberg, sul quale l’attenzione resta alta anche in vista delle elezioni americane del 2020.

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