Starlink o guerra persa? Kiev dipende da Musk, ma la Polonia prepara il piano B

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Poche righe, un post su X, e il dibattito internazionale esplode. Elon Musk, con una frase apparentemente innocua, ha riacceso i timori di una nuova possibile frattura tra gli Stati Uniti e l’Ucraina, già alle prese con la sospensione degli aiuti militari e del supporto dell’intelligence da parte di Washington. “Se Starlink venisse spento, le linee ucraine collasserebbero”, ha scritto il miliardario sudafricano, scatenando un putiferio di reazioni e riaprendo un confronto sul ruolo cruciale del sistema di comunicazione satellitare nel conflitto ucraino.

Una minaccia velata?

Le parole di Musk, inizialmente interpretate come una minaccia alle forze di Kiev, hanno costretto lo stesso imprenditore a fare marcia indietro poche ore dopo. “Per essere estremamente chiari, non importa quanto io non sia d’accordo con la politica ucraina, Starlink non spegnerà mai i suoi terminali”, ha precisato. “Sto semplicemente affermando che, senza Starlink, le linee ucraine collasserebbero, poiché i russi possono bloccare tutte le altre comunicazioni! Non faremo mai una cosa del genere né la useremmo come merce di scambio”.

Tuttavia, il danno era fatto. Le sue dichiarazioni hanno riportato in primo piano un dibattito già in corso da settimane, alimentato da indiscrezioni secondo cui l’ipotesi di tagliare Starlink alle forze ucraine sarebbe stata messa sul tavolo delle trattative per l’accordo sulle terre rare, come forma di pressione sui negoziatori di Kiev.

Starlink, la spina dorsale dell’esercito ucraino

Per molti analisti, Starlink rappresenta la spina dorsale delle comunicazioni militari ucraine. Il sistema internet satellitare, infatti, gioca un ruolo fondamentale nel proteggere le comunicazioni durante la guerra. La maggior parte delle postazioni di Kiev sul campo di battaglia sono dotate di un proprio terminale, e l’anno scorso l’Ucraina ha dichiarato che circa 42.000 terminali erano operativi tra siti militari, ospedali, aziende e organizzazioni umanitarie.

All’inizio della guerra, Musk aveva inviato migliaia di terminali in Ucraina per sostituire i sistemi distrutti dalla Russia dopo l’invasione, guadagnandosi l’appellativo di eroe. Ma nel tempo, il miliardario ha cambiato atteggiamento, limitando l’accesso ai suoi sistemi già una volta, nell’autunno del 2022, quando è diventato più critico nei confronti della gestione della guerra da parte di Kiev.

La reazione europea e lo scontro con la Polonia

L’uscita di Musk su X ha scatenato un nuovo scontro a colpi di tweet con l’Europa. La Polonia, che paga 50 milioni di dollari all’anno per portare Starlink in Ucraina, ha espresso preoccupazione attraverso il suo ministro degli Esteri, Radosław Sikorski: “Se SpaceX si dimostra un fornitore inaffidabile, saremo costretti a cercarne altri”. La risposta di Musk non si è fatta attendere: “Stai zitto, ometto. Paghi una piccola parte del costo e non c’è niente che possa sostituire Starlink”.

Anche il Segretario di Stato Usa, Marco Rubio, è intervenuto per smorzare i toni: “Nessuno ha minacciato di tagliare Starlink all’Ucraina”, ha affermato. “E dite grazie perché senza Starlink l’Ucraina avrebbe perso la guerra molto tempo fa e i russi sarebbero al confine con la Polonia ora”.

Il rischio concreto di un taglio

Nonostante le rassicurazioni, il rischio di un taglio delle connessioni Starlink è visto come sempre più concreto. L’Europa ha già avviato contatti con quattro aziende, tra cui la francese Eutelsat/OneWeb, per garantire una fornitura di connettività di backup a Kiev. Tuttavia, perdere Starlink sarebbe un colpo durissimo per l’Ucraina, già alle prese con la sospensione degli aiuti militari e del sostegno dell’intelligence statunitense.

La situazione al fronte

Intanto, al fronte, le forze russe stanno intensificando la loro offensiva, in particolare nella regione di Kursk, dove in 48 ore hanno rivendicato la riconquista di sei villaggi. Le voci di un possibile accerchiamento e di una ritirata tattica delle truppe ucraine stanno crescendo. Dmitry Medvedev, ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, ha descritto la situazione come “un coperchio quasi chiuso su un calderone fumante”.

La posizione di Musk sulla Nato

Nel frattempo, Musk ha anche espresso la sua opinione sulla Nato, rispondendo a un utente su X che chiedeva l’uscita degli Stati Uniti dall’alleanza: “Dovremmo proprio farlo. Non ha senso che l’America paghi per la difesa dell’Europa”. Una dichiarazione che ha ulteriormente alimentato il dibattito sul ruolo degli Stati Uniti nel sostegno all’Ucraina e alla sicurezza europea.

Le parole di Elon Musk hanno riportato l’attenzione sul futuro di Starlink in Ucraina, un sistema che, nonostante le controversie, rimane vitale per le operazioni militari e civili del paese. Mentre l’Europa cerca alternative e il fronte continua a subire pressioni, il destino delle comunicazioni ucraine sembra sempre più legato alle decisioni di un singolo uomo, con implicazioni che vanno ben oltre il campo di battaglia. Un gioco di potere che potrebbe avere conseguenze drammatiche per Kiev e per l’intero scenario geopolitico.