Nella città del gioco d’azzardo, dove forse si sentirà più a proprio agio, Donald Trump proverà a convincere gli elettori statunitensi a meno di tre settimane dal voto dell’8 novembre, dopo settimane di polemiche, accuse e consensi sempre più bassi nei sondaggi. A Las Vegas, infatti, questa sera (le 3 di giovedì mattina, in Italia) è in programma all’Università del Nevada il terzo e ultimo dibattito presidenziale tra la democratica Hillary Clinton e quello repubblicano, che durerà 90 minuti (con sei segmenti da 15 minuti) e sarà moderato da Chris Wallace di Fox News, che ha scelto come temi centrali il debito e i programmi assistenziali, l’immigrazione, la Corte Suprema, la politica estera, l’economia. E l’idoneità a diventare presidente. Ci sono stati già 23 dibattiti, tra primarie ed elezioni generali, in questa campagna per l’elezione del 45esimo presidente degli Stati Uniti.
L’ultimo sarà l’occasione, per Trump, per provare a invertire la tendenza: sconfitto, secondo sondaggi e media, nel primo dibattito, è riuscito a restare a galla nel secondo, nel pieno delle polemiche sul video in cui pronunciava frasi sessiste, quando sembrava che la sua candidatura, sotto i colpi anche dei repubblicani, stesse per crollare. Non è crollato, ma Clinton è ora nettamente favorita in tutti i sondaggi. Forse, però, è difficile che possa fare qualcosa di significativo per cambiare l’opinione degli elettori: il suo messaggio è ormai chiaro, il suo stile conosciuto, le sue accuse ribadite in ogni occasione. Allora, forse, l’esito del dibattito dipenderà soprattutto dagli eventuali errori che potrebbero essere commessi da Clinton, che nelle ultime settimane è restata ai margini, osservando l’implosione della candidatura di Trump, puntando sull’aiuto del presidente Barack Obama e della first lady Michelle, che hanno fatto campagna elettorale per lei, approfittando di tassi di gradimento molto più alti rispetto ai suoi. “Il candidato del Grand Old Party può ancora ottenere slancio se batte Clinton sugli argomenti” ha scritto Eddie Zipperer sul sito di Fox News, mantenendo quindi il solito canovaccio del ‘noi contro loro’ e ‘i lavoratori contro l’establishment’, sostenuto dalle accuse di elezioni “truccate” rivolte da Trump ai media e alla macchina politica democratica.