Gli Stati Uniti attaccano decine di governi in tutto il mondo per avere più volte violato i diritti umani. In particolare il richiamo di Washington non ha risparmiato neppure alcuni alleati come l’Egitto e la Turchia. Lo si legge nel “Country Reports on Human Rights Practice”, il rapporto annuale svolto dal dipartimento di Stato americano, relativo al 2015. Nella prefazione, il segretario di Stato Usa, John Kerry, sostiene che gli attacchi ai valori democratici rischiano di portare a una “crisi globale di governo”. “In ogni parte del mondo vediamo un aumento sia da parte di stati che di altri attori della chiusura dello spazio d’azione della società civile, delle persecuzioni contro i media e contro la libertà della Rete, della marginalizzazione delle opposizioni e nei casi più estremi dell’uccisione di persone”, si legge ancora nella prefazione di Kerry. Il rapporto è compilato facendo riferimento a ogni singolo Paese dai diplomatici americani, non ha implicazioni legali e non obbliga Washington a chiudere o a cambiare i suoi rapporti con gli Stati presi di mira dal documento. Ma Kerry sostiene che il rapporto – il 40esimo – rafforzerà la posizione degli Stati Uniti in difesa dei diritti umani in tutto il mondo. “Libertà fondamentali”, come le chiama il capo della diplomazia americana.
Come ci si attendeva ci sono forti critiche nei confronti della Russia e della Cina, che più volte Washington ha richiamato per non aver rispettato i diritti dei propri cittadini, dei giornalisti e dei gruppi che si battono per le libertà civili. E ancora ci sono parti dedicate alla Corea del Nord per le sue torture e le condanne a morte. Ma il documento contiene anche forti attacchi alla Turchia, stato membro della Nato, visto che il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan, ha più volte perseguitato giornalisti, preso di mira i media e i social network. “Il governo ha usato le leggi anti-terrorismo per soffocare legittimi dibattiti politici e il giornalismo investigativo”, si legge. Anche l’Egitto è stato ripreso più volte nel documento soprattutto per le regole antidemocratiche del presidente Abdel Fattah al-Sisi. L’Egitto riceve 1,5 miliardi di dollari in aiuti militari dagli Stati Uniti. “Ci sono casi di persone torturate fino alla morte e altre accuse di assassinio nelle prigioni e nei centri di detenzione”, si legge nel rapporto che cita alcune Ong e un documento delle Nazioni Unite nel quale si sostiene che centinaia di persone sono scomparse nel nulla dopo la rivoluzione del 2011.