Nel 2022 l’Italia ha compiuto dei “progressi significativi” nella digitalizzazione del suo sistema giudiziario, che comunque deve andare avanti, ma solo “qualche progresso” in una serie di altre aree, in cui sarà necessario “proseguire gli sforzi” per realizzare il pieno rispetto dello stato di diritto. E questo in particolare per quanto riguarda le norme contro i conflitti d’interesse, la regolamentazione delle lobby, la pratica delle donazioni tramite le fondazioni per il finanziamento dei partiti politici, la riforma della normativa sul reato di diffamazione, per evitare che venga usato contro i giornalisti e la protezione delle fonti, e la creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani. E’ quanto si legge, in sintesi, riguardo all’Italia nell’ultimo rapporto della Commissione europea sullo Stato di diritto, relativo al 2022, che è stato pubblicato oggi a Bruxelles.
Nel capitolo specifico delle raccomandazioni per paese contenute nel rapporto, l’Italia è invitata: 1) a “proseguire gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione dei tribunali penali e delle procure”; 2) ad “adottare norme complessive sui conflitti di interesse e regolamenti sul lobbismo per istituire un registro operativo delle lobby”; 3) ad “affrontare in modo efficace e rapido la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche”, introducendo “un unico registro elettronico per le informazioni sui finanziamenti ai partiti e alle campagne elettorali”; 4) a “proseguire l’iter legislativo di riforma, e introdurre salvaguardie in materia di diffamazione, di tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee sulla tutela dei giornalisti”; 5) a “proseguire gli sforzi per stabilire un’istituzione nazionale per i diritti umani, tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite”.
Il rapporto nota che “in Italia sono stati adottati due decreti legislativi per la riforma della giustizia civile e penale, per migliorare la qualità e l’efficienza del sistema giudiziario, anche per quanto riguarda la lunghezza delle procedure”. Ma, aggiunge, “l’efficacia della riforma resta da vedere”. Sulla digitalizzazione, il progresso è stato “significativo” nella giustizia civile, mentre “restano ancora da applicare pienamente” le nuove regole nella giustizia penale. Viene registrato positivamente il fatto che dal luglio 2022 l’Italia ha aggiornato la propria strategia nazionale contro la corruzione. Ma si sottolinea poi come resti, per l’integrità della vita pubblica, la “sfida” dei conflitti d’interesse, per regolare il quale non esistono norme nazionali complessive, sebbene vi sia “una nuova proposta legislativa in discussione al Parlamento”.
L’altro punto dolente, l’uso delle fondazioni per finanziare la politica attraverso donazioni, “rimane invariato, nonostante siano cominciate le discussioni su una proposta legislative in Parlamento”. E’ cominciato anche, si nota nel rapporto, il lavoro per la riforma delle regole sulla diffamazione e sulla protezione del segreto giornalistico e delle fonti. Infine, il rapporto Ue sullo stato di diritto sottolinea che, se da una parte è stata migliorata la legislazione sulle concessioni fiscali e finanziarie a vantaggio delle organizzazioni della società civile, “sono stati adottati diversi nuovi decreti che potrebbero avere un impatto negativo sul loro lavoro”.