Statue a rischio in proteste antirazziste: da Churchill a Colombo

12 giugno 2020

Continua l’ondata di proteste antirazziste, infuocate dalla morte dell’afroamericano George Floyd durante un fermo di polizia a Minneapolis, e obiettivo della rabbia sono sempre di più le statue di figure legate al colonialismo europeo e alla tratta di schiavitù, da Churchill a Cristoforo Colombo, sparse in tutto il mondo. Le statue che sono state abbattute sono moltissime e di tante altre gruppi virtuali e petizioni chiedono la rimozione.

EDWARD COLSTON: Tra le prime a cadere è stata quella Edward Colston, mercante-filantropo di Bristol arricchitosi però nel Seicento anche con il commercio degli schiavi dall’Africa occidentale. La statua è stata strappata dal piedistallo e gettata nel porto di Bristol da un gruppo di manifestanti.

WINSTON CHURCHILL: anche l’eroe nazionale britannico della Seconda Guerra Mondiale, Sir Winston Churchill, non è stato risparmiato dai manifestanti. Sul piedistallo in pietra di una sua statua in Parliament Square a Londra è comparsa la scritta con bomboletta spray “era un razzista”. Churchill espresse opinioni razziste e antisemite e i suoi detrattori lo condannano per aver negato aiuti alimentari all’India durante la carestia del 1943, che uccise due milioni di persone. Il Tower Hamlets Council di Londra ha invece volontariamente rimosso una statua del mercante di schiavi Robert Milligan. Nel frattempo, all’Università di Oxford è nato un movimento di protesta per chiedere la rimozione di una statua dell’imperialista Cecil Rhode.

GENERALI CONFEDERATI: per la speaker democratica Nancy Pelosi bisogna rimuovere le statue di generali e leader confederati dal complesso del Campidoglio perché sono “un tributo all’odio” e “monumenti ad uomini che hanno difeso crudeltà e barbarie per un obiettivo razzista sono un affronto grottesco a questi ideali. Le loro statue sono un tributo all’odio, non alla nostra storia.
Devono essere rimosse”. Delle 100 statue del Campidoglio – due per stato – sono 11 quelle messe all’indice, si tratta di quella di Jefferson Davis e Alexander Stephens, presidente e vice presidente della Confederazione, che furono accusati di alto tradimento contro gli Stati Uniti ai tempi della Guerra Civile.

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Una statua del generale Confederato Williams Carter Wickham è stata rovesciata sabato in Virginia. Un’altra statua è stata abbattuta martedì, finendo in un lago, sempre nello Stato sulla costa orientale. Una statua di Jefferson Davis, nella famosa Monument Avenue della Virginia, è stata rovesciata. Il governatore della Virginia aveva indicato la settimana scorsa di voler sbullonare al più presto la statua del comandante in capo dell’armata sudista, il generale Robert E. Lee.

CRISTOFORO COLOMBO: diverse sono le statue di Colombo che sono state abbattute o vandalizzate durante le proteste antirazziste.
Una è stata danneggiata, abbattuta e gettata nel laghetto del parco in cui si trovava, il Byrd Park di Richmond, in Virginia (Stati Uniti); un’altra effigie dell’esploratore italiano è stata decapitata a Boston. Altre statue di Colombo sono state abbattute a Houston e ancora a St. Paul, capitale del Minnesota. E quella di new York è stata vandalizzata.

JUAN DE ONATE: vicino Santa Fe, in New Mexico, gli attivisti chiedono la rimozione della statua di Don Juan de Oñate, conquistatore spagnolo del XVI secolo, noto per le violenze brutali contro i nativi americani: è ricordato per l’ordine di aver fatto tagliare i piedi a una ventina di persone.

CECIL RHODES: l’università di Città del Capo ha rimosso la statua del colonialista britannico Cecil Rhodes nel 2015, negli anni Ottanta la stessa sorte aveva subito una statua del colonialista in Zimbabwe. La fortunata campagna sudafricana “Rhodes Must Fall” ha ispirato un analogo movimento presso l’Oriel College dell’università di Oxford. Ma nel 2016 il college ha scelto di tenere la statua di Rhodes.

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LEOPOLDO II: le statue del sovrano del Belgio si trovano in diverse città in tutto il Paese. Per gli attivisti che ne chiedono la rimozione sono un simbolo del suo brutale passato coloniale. Diverse sono state dipinte di rosso come protesta. Una statua è stata già rimossa dalle autorità di Anversa, dopo essere stata deturpata dai manifestanti. La decisione delle autorità locali è stata presa dopo un fine settimana di proteste partecipate da migliaia di persone in tutto il Belgio contro il razzismo e in omaggio a George Floyd. E sulla scia del movimento globale Black Lives Matter, un 14enne belga, Noah N.L., ha lanciato lanciato una petizione il primo giugno, trasmesso dall’account Instagram @statues_leopold2_bxl, chiedendo la rimozione da Bruxelles, ma non solo, di tutte le statue del monarca, ispiratore del sanguinoso regime coloniale in Congo.

JOHN A. MACDONALD: migliaia di canadesi persone hanno firmato una petizione online chiedendo la rimozione di una statua in bronzo del primo ministro canadese John A. Macdonald, che si trova in Canada Place a Montreal. Un’altra petizione chiede di rinominare Dundas Street – un politico contrario all’abolizione della schiavitù – a Toronto. La statua di Macdonald, installata nel centro di Montreal nel 1895, è stata vandalizzata più volte negli ultimi anni. Il suo governo è accusato di aver tentato di assimilare le popolazioni indigene reclutandole forzatamente in collegi, dove era proibito l’uso delle loro lingue, una politica qualificata come “genocidio culturale”.

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JOHN FANE CHARLES HAMILTON: il consiglio comunale di Hamilton, in Nuova Zelanda, ha rimosso la statua di un comandante britannico morto nel XIX secolo a cui questa città deve il suo nome. Una gru ha rimosso il monumento di bronzo al capitano John Fane Charles Hamilton come richiesto dalle organizzazioni maori. askanews

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