Stm non va ceduta. Lettera al Colle

I sindacati della St Microelectronics di Catania hanno spedito una lettera al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, al presidente della Regione e al sindaco di Catania nella quale esprimono le “forti preoccupazioni vissute dai 4.000 dipendenti dell’azienda in riferimento alle intenzioni di cedere a privati, in tutto o in parte, le azioni detenute oggi dal ministero dell’Economia e delle finanze”. La lettera è firmata dalle rappresentanze sindacali unitarie della St assieme alle segreterie provinciali catanesi di Fim, Fiom, Fismic, Uglm e Uilm: “Riteniamo – scrivono – che la scelta del governo italiano non vada nella direzione della salvaguardia e della crescita occupazionale, ma si fondi su ragioni economiche di reperimento di risorse per il bilancio dello Stato”.

Al sindaco e al presidente della Regione chiedono di “riaprire immediatamente il tavolo regionale che fino a ora non ha portato i risultati che ci aspettavamo”, al governo di “non privatizzare St e di riferire al sindacato eventuali cambi di opinione rispetto alle precedenti comunicazioni sul mantenimento delle azioni nelle mani dello stato italiano”. “Il ministero – aggiungono – ci ha sempre rassicurato sul mantenimento di Stm nel controllo dello Stato, ma le notizie che appaiono come certe su tutti i giornali vanno in tutt’altra direzione, e cioè verso la vendita al fondo strategico italiano, che è partecipato al 36% da banche e fondazioni bancarie. E non si escludono ulteriori sviluppi. Crediamo che la St rappresenti uno dei gioielli di famiglia dell’Italia, che non va assolutamente perduto, né ceduto a terzi che possono avere la tentazione di ripetere l’operazione Micron”.

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