Stop Mediapro, parte trattativa privata

Stop Mediapro, parte trattativa privata
28 maggio 2018

Alla fine e’ andata come nel piu’ classico gioco dell’oca. Si e’ tornati alla casella iniziale. E’ tutto (o quasi) da rifare sul fronte dei diritti televisivi della Serie A per il triennio 2018-2021. L’assemblea della Lega calcio ha deciso all’unanimita’ di rescindere il contratto con Mediapro, l’intermediario spagnolo che lo scorso 5 febbraio si era aggiudicata la possibilita’ di distribuire a operatori Tv e Internet le partite del massimo campionato italiano offrendo mille euro in piu’ del prezzo fissato dalla Lega (un miliardo e 50 milioni). Avrebbe dovuto pero’ garantire il proprio impegno versando una fideussione da 1,2 miliardi di euro, cosa mai avvenuta – a detta degli spagnoli – anche per una querelle giudiziaria con Sky.

Sta di fatto che da quel febbraio Mediapro ha offerto varie soluzioni alternative e fantasiose alla fideussione bancaria, ma nulla che fosse moneta contante, fino ad oggi, dove ha sventolato un ulteriore impegno, come chiesto dalla Confindustria del calcio, di 186 milioni di euro. Un impegno pero’ che si sarebbe trasformato in soldoni solo al verificarsi di alcune condizioni, tra cui in primis l’attivazione di un canale televisivo della Lega attraverso il quale trasmettere le partite. Un’eventualita’ difficile da far digerire a tutti i presidenti riuniti in assemblea che, alla fine, ha deciso di risolvere il contratto, dando 7 giorni di tempo agli spagnoli per presentare la famosa fideussione. In caso contrario, si andra’ a una trattativa privata che schiuderebbe le porte soprattutto a Sky. Anzi, come hanno spiegato il presidente della Lega, Gaetano Micciche’ e il commissario Malago’ (che con la giornata di oggi ha detto di aver concluso il proprio impegno alla Lega calcio) “immediatamente partira’ la trattativa privata per individuare i soggetti che potranno acquisire questi diritti; siamo fiduciosi di arrivare, il piu’ presto possibile, a trovare soluzioni interessanti”.

Insomma, appare sempre piu’ remota (lo era anche prima in realta’) la possibilita’ di lasciare a bocca asciutta i tifosi italiani, con il rischio di sedersi ad agosto, a inizio campionato, davanti al televisore spento, o meglio senza la possibilita’ di vedere le partite dello sport piu’ amato dagli utaliani. E a qual punto non sarebbe rimasto altro da fare che rispolverare la vecchia, cara radiolina e ascoltare il ‘calcio minuto per minuto’, come si faceva una volta. Sembra dunque eclissarsi la stella di Mediapro, il mancato nuovo player del calcio italiano, finito nel cassetto al termine di quella che il Commissario straordinario, Giovanni Malago’, aveva definito la “telenovela spagnola”.

Fondata a Barcellona 24 anni fa, nel corso degli anni Mediapro si e’ aggiudicata la diffusione e la produzione di eventi sportivi in tutto il mondo: nel suo carnet troviamo la produzione di finali della Champions League, della Coppa America di calcio, della Formula 1, del Roland Garros (tennis) e di 13 campionati nazionali di calcio, tra cui quello portoghese, quello francese e la Liga spagnola. Il gruppo dispone di spazi produttivi per 50mila metri quadrati distribuiti in 58 studi televisivi a Madrid, Miami, Lisbona, Bilbao, Bogota’, Buenos Aires e New York e produce 11 canali televisivi, tra i quali GOL. Con un fatturato di quasi 1,65 miliardi di euro e un margine operativo lordo di oltre 215 milioni di euro nel 2017, l’attivita’ di Mediapro spazia dalla produzione di contenuti alla gestione dei diritti televisivi, dalla consulenza alla prestazione di servizi audiovisivi.

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