Alla cerimonia per il 37esimo anniversario della strage di Bologna, va in scena la protesta dei familiari delle vittime contro le “promesse mancate” del governo sull’applicazione della legge sui risarcimenti. I parenti hanno abbandonato la sala del Consiglio comunale poco prima dell’intervento del ministro Gian Luca Galletti, chiamato a rappresentare il governo. “Con tutto il rispetto del ministro dal punto di vista della persona, proprio perche’ rappresenta il governo e le sue promesse mancate – ha spiegato il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi – abbiamo deliberato di uscire dall’aula prima che prendesse la parola. Il comportamento di questo governo e’ stato assolutamente scorretto e truffaldino. La legge nel 2004 fu votata all’unanimita’ dal Parlamento ma la questione non e’ ancora risolta”. Critiche anche sull’applicazione delle direttiva Renzi sulla desecretazione degli archivi sulle stragi: “ha aspetti incredibili. Sembra che gli unici che vogliono vedere le carte siano i familiari delle vittime. E’ una barzelletta”. Immediata la replica del ministro: “Comprendiamo l’insoddisfazione dei familiari delle vittime e sappiamo che la strada e’ ancora lunga ma si sta continuando a lavorare per dare risposte. Questa – ha aggiunto – e’ la giornata del ricordo non delle polemiche. Credo che l’unita’ della nostra comunita’ di fronte ai ricordi sia ancora la cosa piu’ preziosa e importante da rafforzare. E’ un momento per unirsi e per stingersi attorno alla nostra citta’”. “C’e’ imbarazzo per gli impegni che si fa fatica ad adempiere compiutamente. Continueremo ad essere qui fino a quando non saranno risolte queste questioni”, e’ poi intervenuto il sindaco di Bologna, Virginio Merola che ha pero’ invitato all’unita’: “non permetteremo che si litighi tra noi. Non ricordiamo solo il nostro dolore che e’ stato tanto, ricordiamo che questa citta’, insieme, ha saputo reagire trasformando quel dolore in un senso per la la nostra democrazia; ha preso questa memoria trasformandola in impegno civile”.[irp]
Sulla strage del 2 agosto del 1980 che costo’ 85 morti e oltre 200 feriti, sono intervenuti anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. “Le sentenze definitive, pronunciate dalla magistratura, hanno affermato responsabilita’ gravi che contribuiscono a delineare le strategie criminali e destabilizzanti. Il bisogno di verita’ tuttavia non puo’ fermarsi dove sono presenti ancora zone d’ombra, e pone traguardi verso i quali tendere”. Ha sostenuto Mattarellain una dichiarazione diffusa dal Quirinale. “La strage della stazione fu parte di un disegno eversivo. Quella strategia di destabilizzazione, che mirava a scardinare le basi democratiche e frenare il progresso sociale dell’Italia, ha seminato per lunghi anni nel Paese lutti, tragedie, paure. Gli italiani hanno saputo reagire con una forte unione, difendendo la nostra convivenza, i principi di civilta’ su cui essa poggia, i valori e i diritti che assicurano la liberta’ dei cittadini. La coesione ci ha consentito di respingere il terrorismo e ci consentira’ di affrontare ogni insidia alla vita democratica”. “Trentasette anni dopo il terribile attentato e’ fondamentale coltivare il ricordo di una stagione drammatica per l’Italia, segnata dalla folle violenza terroristica, proseguendo nella ricerca della completa verita’”, recita invece il messaggio inviato dal premier all’Associazione familiari delle vittime. “L’impegno della vostra associazione nel corso di questi anni ha permesso di consolidare un percorso di memoria condivisa, basato sulla consapevolezza storica e sui valori di democrazia e liberta’ su cui e’ fondato il nostro Paese. Desidero esprimere la mia personale vicinanza, accanto a quella delle istituzioni, ai feriti e alle famiglie delle vittime”.[irp]