La Procura di Messina ha notificato un avviso di garanzia, per l’esecuzione di un “accertamento tecnico non ripetibile”, a magistrati che furono in servizio a Caltanissetta e che sono oggi indagati nell’inchiesta-bis sul depistaggio riguardante via D’Amelio. Non si conoscono ancora i loro nomi. L’avviso e’ stato notificato anche alle “persone offese”, cinque mafiosi che furono condannati ingiustamente all’ergastolo per avere avuto un ruolo mai ricoperto nella strage Borsellino: ad accusarli furono alcuni falsi pentiti, tra cui Vincenzo Scarantino, che sarebbero stati imbeccati dai poliziotti del “gruppo Falcone-Borsellino”, guidato da Arnaldo La Barbera.
A giudizio a Caltanissetta ci sono gia’ il vicequestore Mario Bo e gli ex ispettori Luigi Mattei e Michele Ribaudo, oggi in pensione. La Barbera e’ invece scomparso nel 2002. Nella nuova indagine il reato e’ lo stesso contestato a Bo e agli altri due, la calunnia aggravata dall’agevolazione di Cosa nostra. L’inchiesta si svolge a Messina e non nella sede naturale di Catania (in cui si indaga sui magistrati del distretto di Corte d’appello di Caltanissetta) perche’ uno di coloro che potrebbero essere coinvolti lavora oggi proprio nel capoluogo etneo.
Il pool coordinato dal procuratore messinese Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Vito Di Giorgio intende svolgere il riversamento di 19 supporti magnetici contenenti registrazioni prodotte con strumentazioni dalla Radio Trevisan. L’operazione, relativa a cassette audio contenenti gli originali degli interrogatori di Scarantino, mandati a Messina da Caltanissetta, comportera’ la distruzione degli originali e per questo e’ necessario mettere gli indagati in condizione di partecipare alla verifica.