Strage Capaci, due progetti per uccidere Falcone

Lo ha riferito nell’aula bunker di Rebibbia, il boss pentito Giovanni Brusca, nell’ambito del processo ‘Capaci bis’.

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“Dopo la sentenza del maxi processo c`erano due progetti di attentato a Falcone. Uno su Roma e l`altro su Palermo”. Lo ha riferito nell’aula bunker di Rebibbia, il boss pentito Giovanni Brusca, nell’ambito del processo ‘Capaci bis’. Il collaboratore di giustizia ha sottolineato che nella Capitale sarebbero dovute essere utilizzate delle armi convenzionali. “Su Palermo c`era un progetto per l’utilizzo dell`esplosivo”.

“Avevamo già fatto attentati di questo tipo con Chinnici, Carlo Palermo e nel `91 contro il clan dei Greco – ha proseguito Brusca – Avevamo esperienza. C`erano stati anche degli attentati dimostrativi contro le sedi della democrazia cristiana tra la morte di Lima e la strage di Capaci”.

Brusca ha quindi chiarito: “Mi diedero la priorità per quella strage dicendomi di spicciarmi su quello che dovevo fare. Falcone era un nostro nemico dichiarato e dal 1983, dopo Chinnici, c`erano progetti di attentato nei suoi confronti. Anche io mi adoperai con appostamenti”. E “Riina sapeva che io avevo in disponibilità quello della cava Inco di Camporeale. Lo usammo anche per altri attentati”.