Spari, confusione, la fuga precipitosa. Gli studenti dell’Università di Garissa, in Kenya, sopravvissuti all’attacco delle milizie jihadiste di Shebab, raccontano i drammatici momenti dell’assalto in cui hanno perso la vita oltre 140 persone. “Ho sentito una forte esplosione al cancello – dice questa ragazza – sono andata fuori vicino al laboratorio per vedere cosa stava succedendo. I membri dell’Unione cristiana stavano pregando nella sala di lettura. Ho visto persone vestite come agenti di polizia, così ho detto ai miei colleghi, andiamo a studiare, sono solo poliziotti. Ma all’improvviso ho visto che lanciavano esplosivi mentre entravano nella sala di letture e ho visto ragazzi scappare”. “Io stavo dormendo quando ho sentito il rumore degli spari – racconta un altro studente – mi sono svegliato rapidamente e ho cominciato a correre, non ho avuto tempo di indossare vestiti, prendere il telefono, niente, sono corso verso la recinzione e basta”. “Ho visto gli aggressori coperti da capo a piedi – dice questo ragazzo che li ha visti da vicino – avevano solo una fessura per gli occhi, quando li ho visti mi sono messo a correre per salvarmi. Con i miei compagni siamo scappati dalle finestre, ho aiutato qualche donna che non riusciva a saltare, io sono sceso troppo velocemente e mi sono fatto male alla gamba. Arrivati al cancello ci sembrava troppo alto per scappare, ma gli aggressori erano proprio dietro di noi e alla fine siamo riusciti a saltare oltre la recinzione e a salvarci”. (Immagini Afp)