Economia

Stretta sanzioni Ue, scatta il bando Ue a carburanti e raffinati dalla Russia

Da domani scatta una nuova stretta delle sanzioni europee contro la Russia, che stavolta mette nel mirino i prodotti petroliferi raffinati. I paesi dell`Unione Europea bloccano le loro importazioni di prodotti petroliferi raffinati russi. E parallelamente adottano un meccanismo di limitazione ai prezzi (price cap) sulle forniture per via marittima ai paesi terzi degli stessi prodotti raffinati dalla Russia. I tetti sono due: il primo, a 100 dollari al barile riguarda i raffinati più elaborati, come benzine, diesel e kerosene. Il secondo tetto, a 45 dollari al barile, riguarda l’olio combustibile, la nafta e altri prodotti petroliferi meno pregiati.

Secondo i propositi di Bruxelles e delle capitali Ue, che si muovono in tal senso negli ambiti degli accordi del G7 allargato sulle sanzioni contro la Russia – che oltre ai paesi Ue non G7 include anche l`Australia – queste misure limiteranno ulteriormente gli introiti di Mosca e la sua capacità di alimentare la guerra in Ucraina. Al tempo stesso aiuteranno a stabilizzare i mercati energetici globali, a beneficio di vari paesi nel mondo. “Aumentiamo la pressione adottando limitazioni addizionali sui prezzi dei prodotti petroliferi raffinati russi”, ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
L’esecutivo comunitario ha anche pubblicato delle linee guida per l’attuazione di questi provvedimenti.

L’efficacia delle sanzioni di Usa e Ue contro la Russia, assieme alle loro ricadute negative sulle stesse economie europee, sono un tema oggetto di persistenti controversie, mentre in parallelo si continua ad assistere a revisioni in meglio delle previsioni economiche sulla Russia, l’ultima istituzione a muoversi in tal senso è stato il Fondo monetario internazionale. Secondo le tesi dei tecnici Ue, questi ultimi price cap sui raffinati russi – come del resto il price cap del G7 a 60 dollari sul greggio russo che era già scattato il 5 dicembre, in parallelo alla messa al bando sulle importazioni di greggio nell’Ue per via marittima – riguardo alle forniture che si “tollerano” verso paesi terzi, di fatto spingerebbero gli importatori a pretendere l’allineamento dei prezzi a questi livelli limite, contenendo gli introiti per Mosca. Il meccanismo del price cap dovrà essere applicato dagli armatori e da tutti i servizi di trasporto per via marittima con sede nei paesi del G7 allargato, compresi i contratti di riassicurazione sulle petroliere, per le spedizioni dei prodotti raffinati russi verso i paesi terzi.

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