La misura in manovra sulla soglia dell’obbligo di utilizzo dei pagamenti elettronici è solo l’ultimo intervento legislativo in una materia che non trova un quadro stabile da 8 anni a questa parte. L’obbligo di utilizzo del pos fu sancito per la prima volta nell’ottobre del 2012 con il decreto crescita varato dal governo Monti. Per dare il tempo agli esercenti di adeguarsi l’obbligo sarebbe scattato solo dal 1 gennaio 2014, termine poi rinviato al 30 giugno del 2014, quasi due anni dopo.
Inizialmente la norma non conteneva una sanzione per il mancato uso del pos, ma rinviava ad un decreto attuativo. Fu il governo Conte II nell’ottobre del 2019 ad introdurre una sanzione di 30 euro (più il 4% del valore della transazione) per chi avesse rifiutato il pagamento con il Pos. La sanzione sarebbe dovuta scattare il 1 luglio del 2020 ma fu rinviata diverse volte fino ad entrare in vigore effettivamente solo il 30 giugno scorso.
Nella bozza della manovra ora viene introdotta una soglia di 60 euro sotto la quale il pagamento col pos può essere rifiutato senza incorrere in sanzioni. Resterebbero fuori acquisti di beni e servizi di media entità come quelli negli esercizi di prossimità o le corse dei taxi. Ma già arriva una nota di palazzo Chigi in cui si precisa che “sul tema delle soglie al di sotto delle quali gli esercizi commerciali non sono tenuti ad accettare pagamenti con carte di pagamento, sono in corso interlocuzioni con la Commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell’iter della legge di bilancio”.