Economia

Successo sui mercati per prima emissione di debito Ue per “Sure”

E’ stata un grande successo, ieri, la prima emissione di debito (obbligazioni sociali) da 17 miliardi di euro sui mercati da parte della Commissione europea, per finanziare il programma “Sure” a sostegno dei sistemi di cassa integrazione degli Stati membri intervenuti per proteggere i posti di lavoro durante la crisi del Covid-19. Un successo al di là delle aspettative che pure erano molto positive. Lo ha constatato con soddisfazione oggi la stessa Commissione, sottolineando che questa prima emissione apre ora la strada alle prossime in programma non solo per completare il finanziamento del programma Sure (100 miliardi in totale), ma anche per raccogliere (a partire probabilmente dalla seconda metà dall’anno prossimo) i circa 800 miliardi di euro che finanzieranno le sovvenzioni e i prestiti del Recovery Fund previsto dal piano di rilancio post pandemico “Next Generation EU”.

L’emissione di ieri, da 17 miliardi di euro, comprendeva due obbligazioni, una con scadenza a 10 anni da 10 miliardi di euro, e una a 20 anni da 7 miliardi. Gli investitori hanno mostrato un enorme interesse, con la domanda che ha raggiunto i 233 miliardi (145 per le obbligazioni a 10 anni e 88 per quelle a 20 anni), superando di oltre 13 volte l’offerta disponibile. Questo ha consentito di spuntare condizioni molto favorevoli, con un rendimento negativo pari al -0,238% per le obbligazioni a 10 anni, e un rendimento dello 0,131% per quelle a 20 anni. Non sono ancora le condizioni favorevoli applicate dai mercati ai “bund” tedeschi, ma sono al livello di quelle francesi, e senz’altro migliori di quelle che può scontare l’Italia, anche con i tassi d’interesse storicamente bassissimi di oggi. E sono interessanti anche per la Spagna e il Portogallo, che nei giorni scorsi avevano fatto sapere di non avere intenzione di ricorrere ai prestiti del Recovery Fund europeo, visti gli interessi comunque molto convenienti praticati dai mercati al loro debito sovrano. Ora potrebbero ripensarci.

Lo ha fatto capire chiaramente il commissario Ue al bilancio, Johannes Hahn, durante una videoconferenza stampa oggi a Bruxelles. “Ho letto che il Portogallo sta già pensando di riconsiderare la sua posizione, dopo questo grande successo” della emissione di ieri. “Sono abbastanza sicuro che le opinioni sui prestiti (del Recovery Fund, ndr) cambieranno: le condizioni che l’Ue può garantire sui mercati sono migliori quelle che tanti Stati membri possono scontare da soli”, ha osservato Hahn. Le condizioni alle quali la Commissione prende a prestito i fondi dai mercati vengono trasferite direttamente agli Stati membri beneficiari dei prestiti. Finora, sono 17 gli Stati membri, che hanno chiesto e riceveranno il sostegno finanziario previsto dal programma Sure per proteggere i posti di lavoro e l’occupazione, per un totale di 87,7 miliardi di euro. L’Italia è di gran lunga il maggior paese beneficiario, con 27,4 miliardi di euro assegnati. Seguono Spagna (21,3 miliardi), Polonia (11,2 miliardi) Belgio (7,8 miliardi) Portogallo (5,9 miliardi), Romania (4 miliardi), Grecia (2,7 miliardi), Repubblica ceca (2 miliardi), Slovenia (1,1 miliardi), Croazia (1 miliardo), e altri sette paesi con meno di un miliardo, compresa l’Ungheria (504 milioni), che si è aggiunta recentemente alla lista.

I prestiti aiuteranno gli Stati membri a coprire i costi direttamente connessi al finanziamento dei regimi nazionali di cassa integrazione e delle altre misure analoghe (in particolare per i lavoratori autonomi) che hanno introdotto, in risposta alla pandemia, per mantenere i livelli di occupazione. Grazie a “Sure”, nota la Commissione, potrebbero essere finanziate anche alcune misure sanitarie, in particolare sul posto di lavoro, volte a garantire una ripresa sicura delle normali attività economiche. Gli Stati membri possono ancora presentare richieste formali di sostegno a titolo dello strumento Sure per i fondi non ancora assegnati, fino al volume complessivo previsto di 100 miliardi. Le banche cui si è appoggiata la Commissione europea per questa emissione di euro obbligazioni (e che hanno agito congiuntamente come banche capofila) sono state l’irlandese Barclays, BNP Paribas, Deutsche Bank, Nomura e l’italiana UniCredit, selezionate da una lista di 20 istituti di credito che erano state invitate a manifestarsi e che avevano tutte mostrato il loro interesse per l’operazione.

La collocazione delle obbligazioni di ieri segna un record sui mercati per l’importo più alto mai emesso in euro da una istituzione sovranazionale. “La prima emissione di obbligazioni sociali per “Sure” è stata più di un’operazione di mercato di successo: è stato un enorme voto di fiducia nel piano di ripresa dell’Unione europea e nel nostro futuro economico comune”, ha scritto stamattina sul suo account Twitter il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. In una nota, il commissario al Bilancio Hahn ha sottolineato che “con questa operazione la Commissione europea ha compiuto un primo passo verso un ruolo da protagonista nei mercati mondiali dei capitali di debito. Il forte interesse degli investitori e le condizioni favorevoli di cui ha goduto il collocamento delle obbligazioni dell’Ue costituiscono un’ulteriore prova del grande interesse” da parte degli investitori e dei mercati.

“Per la prima volta nella storia, la Commissione emette obbligazioni sociali sul mercato per raccogliere fondi che contribuiranno a conservare l’occupazione” ha rilevato la presidente dell’Esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen. “Si tratta – ha aggiunto – di un passo senza precedenti, all’altezza del periodo eccezionale in cui ci troviamo”, per un programma, lo strumento “Sure”, grazie al quale “i paesi duramente colpiti dalla crisi riceveranno sostegno in tempi brevi”, ha concluso. askanews

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