Passando alla spesa in conto capitale, il crollo è stato al Sud del 48,2%, con punte del -55% negli anni 2007-2013: si è passati da 38 euro pro capite del 2000 ai 19,6 del 2013. Fatto pari a 100 il dato nazionale, nel 2013 al Sud si è speso per la cultura il 74% contro il 116% del Nord. Andando ad analizzare la spesa per la cultura delle amministrazioni centrali, locali e regionali, emerge che a livello nazionale le spese in conto capitale nel settore sono crollate, dal 2000 al 2013, del 49% e al Sud del 48%. In altri termini, i 52 euro pro capite del 2000 sono diventati nel 2013 26,5 a livello nazionale; nel Sud i 38 euro del 2000 sono diventati tredici anni dopo 19,6. I tagli più drastici si sono concentrati nelle amministrazioni centrali: il crollo al Sud è stato del 74,6%: i 13,6 euro pro capite del 2000 sono quasi spariti tredici anni dopo, arrivando a 3,48 euro. Venendo invece all’analisi degli andamenti della spesa totale per la cultura in alcune regioni del Centro-Nord e del Sud, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Calabria, se a livello nazionale dal 2000 al 2013 il calo è stato del 27%, il Veneto ha perso oltre il 21%, Emilia-Romagna e Toscana ben il 38-39%, ma la Calabria arriva a -43,6%. Situazione particolare per la Toscana, che perde il 39%, di cui il -36% dal 2000 al 2007. Il divario Nord/Sud risulta in modo particolare dal raffronto con i numeri indici. Fatto infatti pari a 100 il dato nazionale, il Veneto nel 2013 si è praticamente allineato spendendo il 101%, Emilia Romagna e Toscana si sono fermate rispettivamente all’88 e 96%, mentre la Campania spende il 58%, e Puglia e Calabria superano di poco il 54% del dato nazionale. Come dire: in Puglia e Calabria nel 2013 la spesa per abitante per la cultura è stata poco più della metà di quella media nazionale, cioè 68-69 euro contro 126.