Suicida ex giudice accusato di rapporti con la ‘ndrangheta
L’ex magistrato si è impiccato a Catanzaro nella casa dove scontava una condanna
L`ex giudice del Tribunale di Palmi Giancarlo Giusti (foto) è stato ritrovato cadavere nella sua abitazione di Montepaone Lido, nel catanzarese. Giusti si sarebbe impiccato. Lo spiega l’emittente calabrese CN24TV, ricordando che l’uomo era sottoposto ad obbligo di firma in conseguenza della condanna a quattro anni di reclusione e cinque di interdizione, inflittagli nel corso del processo nel quale era accusato di corruzione in concorso col presunto boss della ‘ndrangheta calabrese radicata a Milano Giulio Lampada.
L`ex magistrato, già sospeso dalle funzioni perché indagato nell’inchiesta sul clan Lampada, venne arrestato nel marzo del 2012 su disposizione della magistratura di Milano che lo accusava di aver incassato 71mila euro e altre utilità da Lampada, Mario Giglio e Vincenzo Minasi, quest`ultimi finiti in carcere nei mesi precedenti nell’ambito della stessa inchiesta. Gli inquirenti lo accusarono di aver venduto alla cosca la propria funzione, violando i principi di imparzialità, probità e indipendenza. Nel novembre 2011 Giusti era stato arrestato invece con l’accusa di corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento aggravato per aver agevolato le attività del clan Valle-Lampada, e poi condannato in primo grado.